Lo Spuntino – Mixed by Erry e l’epopea delle cassette di “falsi originali”
di giuseppe salemme
In questa puntata speciale dello Spuntino parliamo del caso cinematografico Mixed by Erry. Con un articolo che contiene anche un’intervista esclusiva all’uomo la cui storia ha ispirato il film, Enrico Frattasio. E con un podcast in cui intervistiamo Simona Lavagnini, avvocata esperta in diritto d’autore dello studio LGV Avvocati, che seguì da vicino le vicende processuali di Mixed by Erry. Due voci distinte, ma ognuna capace di offrire degli spunti per interpretare la storia narrata dal film in maniera più ampia e critica.
Il Napoli vince lo Scudetto. Sanremo catalizza l’attenzione del Paese, e qualche volta delle procure. E la musica si adatta ai gusti degli utenti. Siamo nel 2023, giusto?
A chi ha visto Mixed by Erry, ultimo film di Sydney Sibilia (basato sul libro Mixed by Erry, la storia dei fratelli Frattasio, di Simona Frasca), sarà almeno venuto il dubbio. Perché il film, una commedia ambientata nella Napoli di fine anni ‘70 fino all’inizio dei ‘90, riesce nell’intento di unire due epoche, raccontando una storia che diverte e appassiona: soprattutto se vista al cinema, e soprattutto se chi la vede è un appassionato di musica, magari un po’ nostalgico.
La storia narrata è quella di Enrico Frattasio, in arte Mixed By Erry, un giovane di Forcella che con i fratelli Peppe e Angelo nel 1976 iniziò a vendere i suoi mix, su delle musicassette contraffatte, il cui marchio negli anni successivi diventò, di fatto, un brand internazionale. Erry mixava, i fratelli distribuivano, i mercatini vendevano e la gente comprava. Finché l’industria discografica e le forze dell’ordine, lente nell’accorgersi della reale magnitudo del fenomeno, non decisero di porvi fine, facendo pagare i fratelli Frattasio sia con la confisca dei loro guadagni che con il carcere.
Insomma: il film intrattiene, e la storia riporta alla luce una vicenda non trascurabile per chi segue il mercato discografico, dato che il business di Mixed by Erry arrivò effettivamente a rivaleggiare con quelli delle major discografiche vere e proprie. E che presenta anche un interesse giuridico, dato che determinò la prima diffusione in Italia di un concetto fino a quel momento fumoso come quello di “pirateria”, e la creazione dei mezzi giuridici e degli enti che la combattono da allora.
“NON SI È CAPITO NIENTE”
«L’hai vista la scena dopo i titoli di coda? Molti se ne vanno prima, quindi io provo sempre ad avvisare prima».
Enrico Frattasio è contento, lo si percepisce anche al telefono. Ha quasi 60 anni, gestisce un negozio di scatole per colazioni a domicilio, ha una famiglia e tre figlie. Non sembra il classico protagonista di quella che è stata a tutti gli effetti una crime story. E in effetti, racconta a MAG, veder ritratta la propria storia sul grande schermo lo ha aiutato ad elaborarla: «Abbiamo pagato a lungo il nostro passato, non solo con la giustizia ma con problemi familiari, psicologici. Abbiamo dovuto nascondere quella parte di vita alle nostre figlie, che oggi per fortuna sono tutte laureate. E che, dopo l’uscita del film, non si vergognano più a dire chi è loro padre».
Quelle dopo l’uscita del film sono state settimane intense. Nelle parole di Frattasio, «non si è capito niente». Gli sono arrivate proposte di qualsiasi genere. Ha iniziato a fare serate come dj, un suo sogno giovanile su cui il film si concentra molto e a cui il successo ha dato nuova linfa (al tempo dell’intervista, c’era anche qualcosa in ballo per la festa scudetto del Napoli). Il tutto mentre il film è ancora nei cinema, e presto arriverà su Netflix, che l’ha co-prodotto. Persino le musicassette “pezzotte” marchiate Mixed by Erry sono diventate reperti e hanno acquistato nuovo valore sui marketplace online.
Sempre che siano effettivamente riconducibili a lui. «Quando iniziammo a vendere le cassette, in un’ora riuscivamo a produrne 100 – racconta Frattasio -, poi comprammo duplicatori di nuova generazione che permettevano di farne di più. Ma se noi ne mettevamo mille sul mercato, la concorrenza ne metteva duemila, a nome nostro. Perché eravamo i più conosciuti, e il nome suonava bene». Le cassette Mixed by Erry erano percepite come “falso originale”, dato che erano a loro volta piratate: una dinamica descritta fedelmente nel film. La stessa dinamica che però, a detta di Frattasio, falsa i numeri che il film attribuisce al giro d’affari suo e dei suoi fratelli.
ERRY ED ENRICO
Per il resto, Frattasio sembra riconoscersi abbastanza nella pellicola. È vero che le loro cassette arrivarono ben oltre l’Italia («un cantante mi disse di averle viste in vendita in Australia, ma io non sapevo nemmeno come ci erano potute arrivare»); è vero che loro padre era solito vendere whiskey “alterato” agli americani nel porto di Napoli, ed è vero che a un certo punto i produttori di musicassette vergini facevano a gara per diventare loro fornitori. Frattasio racconta loro buona fede nel compiere un’attività illegale: «Nei primi anni, quando venivamo controllati dalla guardia di finanza, gli agenti ci lasciavano stare. Dicevano: ‘Questo è Erry, lo conosciamo, è un bravo ragazzo, non fa del male a nessuno’. Ci facevano lavorare. E anche se non era legale, siamo cresciuti credendo comunque che fosse un’alternativa più onesta rispetto alle altre che andavano avanti nel quartiere, dalle quali non ci siamo mai fatti coinvolgere».
A riunire tutto, film e realtà, passato e presente, Erry ed Enrico, c’è la musica (che nel film è quella di Liberato). «Il bagaglio musicale e la passione per la musica sono quello che mi rimane di quei tempi», dice Frattasio, che sembra essersi riconciliato con il passato. «All’epoca Erry è stato un mio grande amico; che poi è diventato un acerrimo nemico. E oggi, con la pace interiore, posso dire che è un mio consigliere».