La Lumia: «L’avvocatura ha bisogno di un bagno di contemporaneità»

di giuseppe salemme

Incontro Antonino La Lumia a due settimane da quando è stato eletto presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano. Il 10 febbraio 2023 erano stati resi noti i risultati delle elezioni, che l’avevano visto primeggiare sul resto dei candidati con 1.841 voti. Il successivo 14 febbraio il Consiglio dell’Ordine lo vota ufficialmente come successore di Vinicio Nardo per il quadriennio 2023-2026; anche tutti i 16 candidati nella sua lista, Fare Avvocatura, hanno ottenuto un seggio nel nuovo Consiglio.
Classe 1978 (compirà 45 anni ad agosto) è a oggi il più giovane presidente mai eletto alla guida dell’Ordine di Milano. Socio fondatore dello studio Lexalent, La Lumia è un civilista che si occupa di diritto bancario e assistenza alle Pmi, con un background anche nel diritto dell’informazione. È altrettanto impegnato sul fronte istituzionale: ha fondato la sezione milanese del Movimento Forense, divenendone poi presidente Nazionale, carica che ha mantenuto fino a poche settimane fa; è tesoriere dell’Organismo Congressuale Forense (OCF), l’organo politico di vertice dell’avvocatura italiana, e da qualche giorno anche vice presidente dell’Unione degli Ordini forensi della Lombardia.
Lo scorso ottobre, in occasione del Congresso nazionale forense di Lecce, aveva posto il tema della modifica delle norme deontologiche forensi relative alla pubblicità informativa degli avvocati. Un tema delicato che necessita un approccio corale di tutti gli attori istituzionali coinvolti. 
La sua idea di Ordine si muove su due direttrici: il costante dialogo con le associazioni professionali e l’innovazione della professione. Una prima azione concreta dell’Ordine su temi rilevanti è stata l’istituzione di nuove e più specifiche commissioni.
Il Presidente La Lumia mi riceve nel primo pomeriggio nel suo nuovo ufficio, in un’ala del Palazzo di Giustizia di Milano. È reduce da una mattinata di interviste: lo sento raccontare al telefono di aver risposto a una domanda sul vecchio progetto della “cittadella giudiziaria” di Milano. «Ho lavorato tanti anni a Roma e vivevo sulla moto per spostarmi tra le varie corti. Ma a Milano abbiamo già la fortuna di avere tutto vicino…», mi dice a telefonata conclusa. Ha l’aria un po’ indaffarata, ma sembra al contempo sereno e soddisfatto.

Presidente La Lumia, come sta procedendo l’insediamento e cosa la sta tenendo impegnata in questi primi giorni?
L’insediamento procede bene e spedito. Siamo nel periodo di entrata in vigore della riforma Cartabia, e quindi stiamo gestendo una serie di iniziative per la formazione dei colleghi in ambito sia civile che penale. E siamo a buon punto anche con la costituzione delle varie commissioni tematiche, nel rispetto del programma.

Quale sarà la funzione delle commissioni?
Renderanno l’avvocatura più vicina all’attualità e alle esigenze della società. Ci sarà quindi una commissione per l’Innovazione, intesa non solo in senso tecnologico, ma anche e soprattutto culturale: l’avvocatura ha bisogno di un bagno di contemporaneità, di sperimentarsi anche attraverso nuovi paradigmi. 

Quali saranno le principali?
Considerato il delicato periodo di riforme processuali, saranno centrali le commissioni della Giustizia Civile, Penale, Tributaria, che – insieme alla commissione Giustizia Amministrativa e a quella del Diritto del Lavoro – avranno al loro interno diverse aree tematiche, e si coordineranno con la commissione Processo Telematico. Sarà fondamentale anche l’apporto della commissione Procedure concorsuali ed esecutive, in questo momento di crisi economica particolarmente duro per cittadini e imprese. Avremo sempre un’attenzione particolare a Persone, Famiglia e Minori, con una commissione che si occuperà dei relativi temi. Consolideremo poi i risultati ottenuti dalla commissione Rapporti internazionali, apriremo al settore Ip e antitrust, al diritto bancario e al terzo settore. Nutriamo grandi aspettative per la Commissione Diritto dello Sport, che avrà l’occasione unica di lavorare in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Poi?
Sarà potenziata la commissione Diritto dell’ambiente, con un focus specifico sulla tutela degli animali, e verrà valorizzata anche la commissione Adr, per promuovere la cultura delle procedure alternative al contenzioso, indispensabili al fianco della Giustizia ordinaria in ogni sistema democratico. La funzione sociale dell’avvocatura e l’etica professionale saranno sempre centrali: in questo senso, opereranno – tra le altre – la commissione Diritti umani, quella dedicata ai Servizi al cittadino e la nuova commissione Deontologia.

È stato chiamato a guidare l’avvocatura milanese nel post-Covid. Cosa comporterà?
Bisognerà innanzitutto ristabilire degli equilibri che si sono persi e re-innescare un circolo virtuoso nel rapporto tra avvocati e le altre componenti della giurisdizione. Penso banalmente ai rapporti tra avvocati e cancellerie: bisogna tornare alla libera accessibilità di queste ultime, mantenendo anche le comodità del digitale per le prenotazioni. Questo è solo un esempio, ma sarà necessario lavorare per garantire l’applicazione della nuova Riforma che tocca tutti gli ambiti e che necessita di una collaborazione puntuale e rigorosa per realizzare delle buone prassi applicative.

I temi all’ordine del giorno per l’avvocatura italiana sono molti. In primis, c’è quello dei giovani. Si parla di disaffezione verso la professione forense…
È un fenomeno vero. Sta arrivando l’onda lunga della diminuzione degli iscritti a giurisprudenza. Poi è fisiologico, per la situazione di crisi economica. Ma posso darle un dato e dire che Milano è in controtendenza: siamo l’unico foro in cui gli iscritti aumentano. Proprio l’altro giorno ho presieduto la cerimonia dell’impegno solenne, in cui abbiamo dato il benvenuto a 124 nuovi avvocati e avvocate.

Come lo spiega?
Credo che Milano in sé sia un foro attrattivo per via di tutte le opportunità che offre. Anche se so perfettamente che…

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