Chiomenti vince in CGUE per i ricambi originali Iveco
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, accogliendo le tesi avanzate da Filippo Brunetti e Alfredo Vitale (nella foto), rispettivamente partner e counsel di Chiomenti, con sentenza della Sez. VI depositata in data 27 ottobre 2022 nelle cause riunite C-68/21 e C-84/21 ha dato risposta a due quesiti pregiudiziali sollevati dal Consiglio di Stato nell’ambito di controversie relative alla legittimità dell’aggiudicazione di appalti di fornitura di ricambi per autobus Iveco, originali o equivalenti.
La pronuncia
La sentenza della CGCE, accogliendo la tesi di Iveco sulla normativa delle omologazioni e su quella inerente la legittimazione a formulare la dichiarazione di equivalenza nell’ambito delle gare per affidamento di appalti pubblici per la fornitura di ricambi per autobus originali Iveco o equivalenti, stabilisce due principi:
- per tutti le componenti di ricambio elencate nell’allegato IV alla direttiva 2007/46/CE offerte in gara per l’utilizzo su veicolo Iveco e fabbricati da un costruttore diverso dal costruttore Iveco e suoi fornitori è necessario produrre il relativo certificato di omologazione (ove la normativa comunitaria che riguarda la singola componente di ricambio preveda una procedura di omologazione);
- nell’ambito delle gare relative all’acquisto di componenti di ricambio per autobus originali Iveco o equivalenti la dichiarazione di asserita equivalenza all’originale Iveco del singolo componente offerto come succedaneo dell’originale Iveco può essere resa solo dal costruttore/fabbricante della componente e non dal mero distributore/rivenditore dello stesso.
La sentenza sottolinea dunque la preminenza dei principi di sicurezza della circolazione dei veicoli e tutela dell’ambiente, e chiarisce che non possono essere commercializzate componenti per autoveicoli rilevanti per la sicurezza del veicolo e/o per le sue prestazioni ambientali non originali (e magari di provenienza extracomunitaria) che non abbiano conseguito il certificato di omologazione e quindi superato i rigorosi controlli svolti dall’Autorità di omologazione nazionale (che in Italia è il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili).