Avvocati: lavori in corso nel Metaverso

di giuseppe salemme

Nel fashion district di Decentraland, il 24 marzo scorso, una sfilata virtuale di Dolce&Gabbana inaugurava la prima Metaverse Fashion Week. Ad assistervi, centinaia di avatar, riuniti nella mega-arena digitale “costruita” appositamente per l’evento.

Ecco: a pochi passi da quell’arena (alle coordinate -104 -7, per la precisione), in mezzo a edifici tra il futuristico e lo strampalato, è oggi possibile imbattersi in un cartello di legno, piantato nell’erba di fronte a un terreno vuoto. Sul cartello si leggono le parole “Work in progress”: fa uno strano effetto sapere che quello spazio ospiterà a breve la prima sede di uno studio legale italiano nel metaverso.

La parola, dopotutto, è altisonante. “Metaverso”. Sicuramente dà l’idea di qualcosa di vasto e futuristico. Anche un po’ distopico, ad essere sinceri. Ma per ora c’è poco di cui preoccuparsi: il metaverso (o più correttamente, i metaversi: si veda il box esplicativo) non è altro che un ambiente virtuale 3d simile a quello di un videogioco. Ha senso esserci se si è curiosi di questo genere di novità; o, soprattutto, se si vuole familiarizzare in anticipo con un qualcosa che a breve rischia di entrare di prepotenza nella vita di molti. Parole come “social network” e “criptovaluta” ci hanno messo ben poco ad entrare nel lessico quotidiano; anche “metaverso” perderà la sua altisonanza molto presto.

Ma gli avvocati? Cosa devono farci gli avvocati nel metaverso? MAG punta la lente d’ingrandimento sull’Italia, e in particolare sugli studi e i professionisti che stanno andando alla conquista di questo “nuovo mondo”.

UNREAL ESTATE

Ad oggi, parlare di “corsa al metaverso” tra gli studi italiani, per quanto MAG abbia potuto appurare, sarebbe improprio. Ma se fosse questo il caso, allora la corsa l’avrebbe vinta lo studio Andpartners: il cartello “Work in progress” sopra citato (come si vede dalla foto qui di fianco), infatti, non è altro che un teaser di quella che a breve diventerà la sede virtuale dello studio nel metaverso Decentraland. «Aprirà tra qualche settimana», spiega a MAG il partner dello studio Luca Di Nunzio, che porta avanti il progetto nato dall’intuizione dell’associate Michele Ferrari e con l’ausilio tecnico di Armando Strofaldi di Dvrs (un creative studio specializzato nelle strategia web 3.0). «Abbiamo comprato il terreno nel “fashion district” della mappa, un luogo molto vicino alle plaza centrali (quelle in cui vengono catapultati gli avatar che effettuano l’accesso), e per questo iper-frequentato. Siamo stati bravi a monitorare le opportunità e fortunati a coglierla – racconta l’avvocato Ferrari. – Abbiamo impiegato del tempo per individuare il terreno da acquistare e, al momento giusto, abbiamo colto l’opportunità». L’investimento nel complesso (e quindi tra acquisto land e sviluppo sede) è nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro. Gli avvocati anticipano inoltre qualche caratteristica dell’edificio virtuale, che comprenderà una torretta panoramica con ledwall «alla Times Square», un teatro con megaschermo per riunioni e webinar e una galleria d’arte per l’esposizione di opere in Nft: tra cui lo stesso logo dello studio, emesso…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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