LCA, un progetto chiamato Borsa

di nicola di molfetta

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Si parla di governance. Si parla di modelli di business. Si parla di Borsa. Incontrare Giovanni Lega, di questi tempi, è come imbattersi in un fiume in piena. L’avvocato, 65 anni, è il socio fondatore e managing partner dello studio LCA. È il fondatore e presidente di Asla, l’associazione che raduna gli studi legali associati in Italia. Ed è molte altre cose ancora. Basti considerare i consigli d’amministrazione in cui siede: dall’ Andrea Bocelli Foundation a Junior Achievement, da Credit Suisse a La Centrale Finanziaria, fino alle iniziative di cui è stato direttamente promotore come TheSpac e LCA Ventures.

Oggi lo studio LCA conta circa 200 professionisti. Un team in costante crescita. Che molto presto vedrà ancora nuovi ingressi e nella nuova sede a Roma dove sono appena arrivati gli equity partner Leah Dunlop e Antonio Di Pasquale, entrambi provenienti da Hogan Lovells.
Parliamo di una compagine professionale che negli anni è diventata squadra. Oggi ragiona da impresa. E nel prossimo futuro punta a essere una vera e propria istituzione.
«Tutto nasce da un unico obiettivo – dice Lega a MAG –: riuscire a rendere LCA uno studio che possa proseguire oltre noi fondatori. Da anni cerco di trovare gli strumenti adatti a questo obiettivo muovendomi in condizioni di totale vacatio legis». Già, perché ad oggi la legge professionale dice davvero molto poco sugli studi legali organizzati, siano essi costituiti in forma di associazioni professionali o di società. Eppure, dare agli avvocati un quadro normativo di riferimento chiaro e definito servirebbe ad accompagnare l’evoluzione del settore che comunque è in corso e che comunque non si fermerà. Si pensi a quello che per anni è stato considerato uno degli scenari futuribili più arditi: la quotazione degli studi legali in Borsa.

Ciò che fino a poco tempo fa era considerato “impossibile”, oggi comincia a essere quantomeno “ipotizzabile”. LCA è solo uno degli studi legali italiani che sta studiando concretamente questa mossa. Anche se forse è quello che si trova più avanti in questo processo. «La quotazione – dice Lega – non deve essere intesa come il mercimonio della professione. L’apertura al mercato deve essere intesa, piuttosto, come il grande allargamento delle possibilità di azione e iniziativa dei professionisti». Del resto, come si dice: le innovazioni sono strumenti e l’etica è il manico che le impugna. A oggi, gli studi legali quotati, nel mondo, sono sette. Uno in Australia. Il resto…

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