La sostenibilità al bivio e il ruolo dei consulenti

di francesco bonaduce

Sostenibilità, transizione energetica, criteri Esg. Linguaggio e politiche nuove che, con lo scoppio del conflitto nell’Europa dell’Est, rischiano di essere messi in discussione. E se da una parte c’è chi sostiene che occorre ridefinire il sistema di produzione e approvvigionamento delle fonti energetiche – si veda il numero 178 di MAG – è altrettanto vero che il “richiamo” dei combustibili fossili è forte nei momenti di difficoltà. Ma quest’ultimo approccio mal si concilia col contrasto al cambiamento climatico e con la tabella di marcia dell’Unione europea in chiave “green”: ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai valori del 1990.

Viviamo una fase storica in cui non solo la narrazione ma l’essenza stessa delle politiche di “sostenibilità” sono messe a dura prova. E c’è chi prova a fare il punto della situazione.
In una recente pubblicazione a firma di Donato Varani, Daniel Lunetta e Dalila Di Martino, lo studio Annunziata & Conso ha condensato “lo stato dell’arte e le prospettive future” della regolamentazione Esg.

MAG ha intervistato uno degli autori, il dottore commercialista Donato Varani, partner di Annunziata & Conso, per capire se quella che nel testo viene definita «la “lunga marcia” della sostenibilità» stia rischiando di subire uno stop innescato del conflitto e dalle sue conseguenze economiche. E per approfondire quale sia il ruolo e la funzione di un consulente legale nell’attuale contesto.

«Innanzitutto, bisogna avere contezza che i principi che gli intermediari sono stati chiamati ad applicare dovranno comunque essere attuati. Alcuni sono già in vigore da marzo 2021. Altri previsti per il primo gennaio 2022, sono slittati a gennaio 2023. E questo è accaduto prima dello scoppio del conflitto Russia-Ucraina…», spiega Varani. Insomma, non si scappa dalla sostenibilità. E per fortuna! Ma, per il partner di Annunziata & Conso, la situazione adesso è “un po’ più fluida”: «Dal punto di vista della transizione climatica, probabilmente avremo dei ritardi accumulati a causa del conflitto, perché l’uso dei combustibili fossili mette in difficoltà da una parte l’agenda europea e dall’altra complica il lavoro degli intermediari nel convogliare i flussi finanziari verso le aziende che si trovano in difficoltà nel rispettare i criteri di sostenibilità». Fattore determinante è stato il balzo dei costi delle materie prime e quello, collegato, dell’energia: «Sono elementi che incidono pesantemente sui costi di produzione. Quindi – prosegue Varani – gli investimenti che avrebbero dovuto essere convogliati verso progetti di transizione, verranno un po’ compressi e ci saranno delle difficoltà…». Gli scenari che si aprono sono incerti, ma…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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