Il legal design entra alla Casa Bianca
di federico fontana
Così accadde. Il Legal Design percorrendo -all’inverso- la mitica Route 66 arriva da Stanford a Washington. Da quando nel 2014 ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel Legal Design Lab fondato da Margaret Hagan ci sono voluti circa 7 anni per completare il cammino. Un primo ciclo di vita.
Ne ha dato notizia qualche giorno fa la stessa Margaret, in un articolo pubblicato su Medium, una piattaforma di digital publishing il cui claim è: A living network of curious minds. Per pura serendipity (esiste davvero quindi) mi sono imbattuto in quell’articolo che mi ha permesso di scattare un’istantanea sul legal design movement, pur se limitata al piccolo obiettivo del mio smartphone.
Ha moltiplicato i suoi attivisti, ha generato grande curiosità e interesse, ha prodotto paper, libri, articoli, progetti privati e pubblici, convegni, corsi e podcast, ha animato Università, scuole di formazione, riviste, agenzie specializzate, Bar Association, studi legali, aziende, enti pubblici, associazioni. Questi alcuni dei risultati ottenuti dalla legal designers community, che spazia ormai dal Brasile all’Australia, dal Sud Africa alla Turchia, dalla Colombia alla Finlandia, oltre ai paesi della vecchia Europa (UK inclusa) e agli Stati Uniti.
Oggi il Legal Design arriva al traguardo della Casa Bianca, giro di boa forse decisivo nel riconoscimento planetario di questa anomala e formidabile (nuova) “disciplina” ancora in costruzione…
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