42 Law Firm: il Metaverso e l’avvocato 3.0
«Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La promessa…la svolta…il prestigio». Chissà che proprio The Prestige, il capolavoro di Christopher Nolan, non possa offrirci la chiave di lettura di una delle più recenti trovate di Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook, in una presentazione che è già storia, ha annunciato il cambio di denominazione della propria società in Meta. Un nome che dovrebbe servire da trampolino di lancio per la sua ultima creatura: il Metaverso. Un gioco di prestigio o un futuro sempre più prossimo? Questo è il dilemma di noi spettatori/utenti. C’è però chi, nel settore dei servizi legali, un po’ per passione un po’ per specializzazione, ha preso sul serio le intenzioni di Zuckerberg e non solo, e ne sta valutando i possibili scenari per le imprese italiane, tra rischi e opportunità.
Si tratta di 42 Law Firm (42 LF), studio legale nato a ottobre 2020, specializzato in nuove tecnologie. In particolare, nel fornire consulenza a imprese del digitale, comprese le principali multinazionali del settore. Ed è proprio uno dei soci fondatori, Giuseppe Vaciago, a dare la sua “versione” di Metaverso: «È la naturale conseguenza della costante crescita del machine learning: Internet, per come è adesso, non è abbastanza complesso per le prospettive che ci possono offrire i sistemi intelligenti. Di contro, potrebbe essere un grande flop», ammette schiettamente il partner di 42 LF. «La vera differenza con Internet – prosegue Vaciago – è che quest’ultimo nasceva come progetto militare, poi universitario, poi di business. Il Metaverso invece è un processo che nasce direttamente dal business, con più player che vogliono impostare la propria piattaforma. Questa differenza è quella che impatterà da subito sul mercato legale. Dalle grandi piattaforme fino alle pmi di prodotto, arriverà una forte domanda di governance legale sia sotto il profilo della tutela della proprietà intellettuale, che sotto quello della privacy e della cybersecurity».
Lucia Maggi, ceo di 42 LF, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Concepisco il Metaverso come una nuova opportunità. E come ogni opportunità, può portare a un cambiamento radicale del nostro modo di comunicare e vivere, oppure no». L’avvocata cofondatrice di 42 LF prosegue: «Io nasco analogica e se avessi dovuto pensare, 25 anni fa, a quanto lo smartphone sarebbe stato importante nella realtà di tutti i giorni, non ci avrei creduto. C’era il cellulare, un accessorio utile, ma non fondamentale. Ora nel telefono abbiamo tutta la nostra vita, dal codice bancario al controllo degli elettrodomestici. Così, i Metaversi da un fatto ancillare potrebbero diventare una nuova realtà da cui non possiamo prescindere. Oppure – chiosa Maggi – potrebbero risolversi in una bolla». Di nuovo, illusione o realtà. Ma Giuseppe Vaciago insiste su un aspetto: «Ci sono player importanti che hanno fatto un “all-in” sul Metaverso. Così si spiegano i 10mila dipendenti destinati al progetto e gli investimenti miliardari di Facebook; e tutti i big-player che lo stanno seguendo».
La stessa 42 LF, fanno sapere gli intervistati, sta dialogando con i principali operatori multinazionali digitali per cercare di capire alcune soluzioni, ma né Vaciago né Maggi si sbottonano: «Al momento dobbiamo rispettare la…
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