Social Rules: gli studi nelle reti. Linkedin è la comfort zone. Clubhouse non è decollato

di giuseppe salemme

Il mondo dei social network è in costante evoluzione. Ogni anno nascono nuovi trend e nuove piattaforme, e ogni anno le nostre vite virtuali si muovono più o meno liberamente in questa marea. Per lo più seguendo la corrente; talvolta cercando di resistergli.

Gli studi legali e gli avvocati non sfuggono a queste dinamiche, soprattutto dal momento in cui si è constatato quanto il contatto diretto con la clientela e una buona capacità comunicativa sui social possano essere un volano per il business.

Da qualche tempo, MAG si impegna a monitorare, a intervalli variabili, il rapporto con i social dei principali studi legali d’affari italiani. L’ultima rilevazione, risalente al giugno 2019, era stata pubblicata sul MAG 123 (clicca qui). Due anni dopo, è giunto il momento di aggiornarla. Non solo rilevando in che modo la presenza social delle law firm italiane sia cambiata (spoiler: non tantissimo), ma andando a chiedere direttamente a coloro che si occupano della comunicazione e del marketing degli studi le strategie che si celano dietro queste scelte.

Alcune precisazioni metodologiche. Le rilevazioni, come di consueto, sono empiriche: vestiamo i panni di una qualsiasi persona intenta a cercare uno studio sui social. Prendiamo in considerazione i primi 50 studi legali italiani per fatturato (come dalla Best 50 pubblicata sul MAG 162), e valutiamo esclusivamente i profili social pensati appositamente per il pubblico italiano: esclusi dunque quelli di società di consulenza (ad esempio le Big Four) o quelli in lingua inglese degli studi internazionali. Le rilevazioni sono state effettuate il 4 ottobre 2020.

LINKEDIN COMFORT ZONE

Il social del business per eccellenza, Linkedin, si conferma come prevedibile il “campo di casa” di studi legali e avvocati: già due anni fa tutti gli studi parte del campione esaminato avevano un profilo LinkedIn attivo, e la rilevazione di quest’anno non ha regalato sorprese sotto questo aspetto. L’audience, dopotutto, è la più grande: i numeri di follower che le firm riescono a raccogliere su Linkedin non hanno eguali sugli altri social; il più seguito è ancora BonelliErede, che in due anni ha quasi raddoppiato il numero di follower (ora sono circa 64mila). Al secondo subentra il profilo italiano di Deloitte Legal, nel 2019 praticamente neonato, e che in soli due anni ha guadagnato oltre 30mila followers. Chiude il terzetto di testa Gianni & Origoni, l’unico altro studio ad aver superato quota 30mila.

Linkedin sembra essere d’altronde il social che si meglio si presta a coprire tutte le principali esigenze comunicative degli studi. Operazioni, nuovi ingressi, iniziative, convegni, riconoscimenti: il sondaggio tra gli addetti ai lavori conferma che non c’è parte della vita dello studio che non vi trovi spazio.

VIDEO NEEDS

Potrebbe non sorprendere, dunque, il fatto che il secondo social più diffusamente popolato dagli studi italiani risponda a un’esigenza completamente diversa: non tanto comunicare, ma raccogliere e rendere facilmente fruibili tutti i contributi video eventualmente prodotti dallo studio. Parliamo ovviamente di YouTube (e dell’alternativa Vimeo, utilizzata ad esempio da Gop e BonelliErede): uno studio su due ha un proprio account di video hosting. E se in questo caso ha poco senso confrontare il numero di iscritti ai vari canali proprietari, sono gli stessi partecipanti al sondaggio che mettono YouTube/Vimeo tra i luoghi virtuali in cui la presenza è imprescindibile, assieme e subito dietro LinkedIn. Sicuramente la pandemia, con la conseguente crescita esponenziale di occasioni come webinar e videoconferenze, ha giocato un importante ruolo in questo contesto.

GLI ALTRI

Nel 2019, la seconda piattaforma più gettonata per gli studi era risultata Twitter; ma all’epoca social basati sui video come YouTube non fecero parte della rilevazione. Quest’anno, il social dell’uccellino blu scivola quindi in terza posizione e perde anche qualche punto percentuale (dal 41% al 34,21%), principalmente a causa del variare degli studi che compongono la classifica Best50. Invariata invece la…

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