ADDIO A MANDELA, AVVOCATO DELL’UGUAGLIANZA

Si è spento, dopo un’agonia durata mesi, Nelson Mandela. Il leader delle lotte contro l’apartheid lascia questo mondo a 95 anni. L’annuncio del decesso è stato dal presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, nella serata del 5 dicembre. Su twitter c’è chi ricorda quello che pochi, in realtà sanno. Ovvero gli studi in Legge e l’esercizio della professione per uno scopo sociale. Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, autore di una politica pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza del 1952 organizzata dall'ANC, ed ebbe un ruolo importante nell'assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid. Durante questo periodo Mandela e il suo compagno avvocato Oliver Tambo fondarono l'ufficio legale Mandela e Tambo fornendo assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale. Poi arrivò il momento della lotta. Il carcere. E una prigionia che divenne il simbolo della resistenza ed opposizione ad un sistema sociale fondato sul razzismo che indignò il mondo intero. Dal carcere, il 15 giugno del 1980. Mandela riuscì a far trapelare il manifesto dell’African National Congress in cui si leggeva: «Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid!». Un traguardo raggiunto nel 1993, quando Mandela fu insignito anche del premio Nobel per la Pace. La sua storia ha ispirato migliaia di leader mondiali. Barack Obama, avvocato anche lui, il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America ha dichiarato: «Sono stato uno dei milioni di persone che è stato ispirato da Mandela. Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio». Un esempio tutt’altro che semplice da seguire. E che lo stesso Mandela sintetizzò così: «Non c’è nessuna strada facile per la libertà».

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