HI.LEX, LE MANI SUL BUSINESS

Sette soci, due of counsel e sette collaboratori. Squadra corta. Ma con “le mani sugli affari”. E progetti di espansione in nuove aree di pratica. ?A tre anni di distanza dalla partenza, Hi.lex, ovvero lo studio Cappelletti Ferro Giustiniani Iaboni Marra Proni Traverso, contra tre partner in più e il doppio dei collaboratori, per un giro d’affari di circa 3,5 milioni di euro e una struttura di costi che non supera il 30%.

?In mezzo ci sono i tre anni più neri della crisi economica cominciata nel 2008, le dinamiche schizofreniche dell’offerta di servizi legali che hanno finito per subire l’onta dell’etichettatura di “bene fungibile” e il consolidamento di un mercato totalmente client driven. ?Nel mezzo della tempesta, avviare un nuovo progetto professionale può essere una mossa strategicamente azzeccata o l’errore più grande della vita di un avvocato.

A giudicare dalle facce, per il momento i soci di Hi.lex, che quando hanno lanciato la loro boutique hanno detto addio a realtà più strutturate come Lca e Bonelli Erede Pappalardo, sono soddisfatti della loro scelta. «Il nostro obiettivo», racconta Pierfrancesco Giustiniani a Mag by legalcommunity.it, «era continuare a svolgere lo stesso lavoro ma in una realtà più adatta ad affrontare il nuovo contesto di mercato».

?I fondatori di Hi.lex erano convinti servisse «una struttura più leggera, più snella e flessibile» per lavorare con una specifica tipologia di clientela: la media impresa. ?Lo studio è stato pensato per «vendere qualità» a questa tipologia di “utenti”. Il che, tradotto in termini concreti, significa due cose….

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