SENTENZA ANTITRUST, L’AIGA CONTRO IL CNF
Nessuna difesa corporativistica, ma una sferzata ai vertici della categoria. Dopo il clamore suscitato dalla notizia della mega sanzione comminata dall'Antitrust al Cnf, la presidente di Aiga, Nicoletta Giorgi, rincara la dose e mette in evidenza che con il nuovo codice deontologico, certi errori del passato rischiano di essere ripetuti.
«L’autorità garante della concorrenza e del mercato non ha dubbi: le decisioni poste in essere dal CNF e oggetto del provvedimento in esame manifestano un unico obiettivo anticoncorrenziale, consistente nel limitare l’autonomia dei professionisti rispetto alla determinazione del proprio comportamento economico sul mercato. Tali interventi oltre ad essere stati poco efficaci nella sostanza, i minimi tariffari per concorrere nel mercato non venivano applicati ben prima di Bersani, oggi costano all’Avvocatura ben 912.536,40 euro a seguito di un provvedimento sanzionatorio per tutta evidenza esageratamente punitivo e che, verosimilmente, non potrà che essere riformato in sede giurisdizionale.»
«La medesima condotta stigmatizzata al CNF viene apparentemente riproposta nel testo del nuovo codice deontologico predisposto dallo stesso. Aiga, infatti, il 27 ottobre scorso ha chiesto delucidazioni interpretative sulla formulazione dell’art. 35 del nuovo codice deontologico che prevedendo per gli avvocati l’utilizzo esclusivo dei siti web con domini propri senza reindirizzamento, elimina Facebook, la normale pubblicità online e anche la presenza su siti come paginegialle.it con un anacronistico e inaccettabile limite dell’utilizzo del web a svantaggio dei professionisti e del cittadino. Una domanda (pleonastica) sorge spontanea: a chi è utile tale condotta miope e poco innovativa?».