GUAINERI: «PRESCRIZIONE DA RIVEDERE»

Nel laboratorio del governo Renzi sulla Giustizia i lavori sono ancora in corso. La riforma del rito penale, annunciata il 29 agosto scorso, non è stata ancora tradotta in legge. E per certi versi si tratta di una buona notizia visto che, a detta di molti, ci sono dei passaggi che meritano un supplemento di riflessione. Come nel caso della modifica dei tempi di prescrizione. In particolare, di prescrizione si dovrebbe tornare a parlare al consiglio dei ministri previsto nella serata del primo dicembre.
Mag by legalcommunity.it ne ha parlato con Roberta Guaineri (nella foto), socia dello studio Moro Visconti de Castiglione Guaineri e responsabile Giustiza del Pd in Lombardia.

Come potrebbe cambiare la prescrizione con la riforma della giustizia penale?
L’idea prevalente, che recentemente è stata anche palesata in un’intervista dalla presidente della Commissione Giustizia, è che si possa arrivare alla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Cosa comporterebbe?
?Che una volta che una persona viene condannata in primo grado, i termini per la prescrizione non decorrerebbero più e la persona in questione rimarrebbe sub iudice per un tempo indeterminato.

Ma a fine estate non si era parlato di due anni tra primo grado e appello?
?Stando alle dichiarazioni del ministro Orlando si penserebbe a introdurre dei limiti: due anni per la sospensione della prescrizione dopo il giudizio di primo grado e un anno tra l’appello e la Cassazione.

E da avvocato cosa ne dice?
Si tratta di una riforma che non aiuta nessuno: né l’imputato, né il cittadino e tanto meno le parti offese. Non è una riduzione dei termini della prescrizione, ma di fatto è un allungamento.

Qual è la situazione attuale?
Oggi, a grandi linee, possiamo dire che un reato si prescrive se nel corso di sette anni e mezzo non si conclude il processo. Prevedendo questi due anni e poi un anno di sospensione o addirittura non prevedendo un limite, il processo potrebbe andare avanti all’infinito violando il diritto dell’imputato a essere giudicato in tempi certi ma anche delle parti lese a essere risarcite.

L’iniziativa sembra comunque andare contro il principio della riduzione dei tempi della Giustizia di cui si parla da tempo…
Con una riforma di questo tipo, i tempi si allungherebbero. Inoltre un provvedimento come questo non terrebbe conto del fatto che il 60-70% dei procedimenti penali si prescrive durante la fase delle indagini preliminari.

Insomma, il focus sarebbe sbagliato?
Esattamente, bisogna cercare di ridurre i tempi delle indagini preliminari. Se una persona sottoposta a indagini arriva a processo dopo quattro anni e non dopo quattro mesi è chiaro che i termini sono già ampiamente decorsi per più della metà…

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