Contro il terrore, l’esercizio della normalità  

di nicola di molfetta

Prima di decidere se scrivere o meno un editoriale che offrisse una riflessione sugli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, ci siamo molto interrogati. Anzitutto sulla necessità o meno di aggiungere altre parole ai fiumi d’inchiostro che sono stati già versati sulla vicenda. ?Poi, sull’opportunità o meno di raccontare, dalle colonne di una rivista di settore, un sentimento di sgomento che non ammette declinazioni per categorie ma che è universale. Infine sulla ragione per la quale in questa occasione (e non quando abbiamo appreso dei 44 caduti a Beirut pochi giorni prima degli attacchi a Parigi o delle 147 vittime di Garissa, in Kenya, dell’aprile scorso) ci siamo sentiti in qualche modo chiamati a dire la nostra sul sangue degli innocenti falciati dai colpi di un manipolo di vigliacchi fanatici che hanno ucciso senza pietà 129 persone, trasformate in bersagli, in nome di una religione che, in realtà, li sconfessa nei suoi precetti e non può in alcun modo essere associata alla loro impresa infame.  

Alla fine, abbiamo deciso di parlarne anzitutto perché il sangue del 13 novembre è stato versato anche dalla nostra community. La prima vittima identificata della strage del Bataclan è stato un giovane avvocato dello studio Hogan Lovells: Valentin Ribet. Aveva 26 anni. Era agli inizi della sua carriera da litigator e si occupava di white collar crime. Alle spalle aveva già diverse esperienze fatte in alcuni dei principali studi legali d’affari internazionali, come Simmons & Simmons e Freshfields Bruckhaus Deringer e aveva anche conseguito un Llm alla London School of Economics.

L’attacco ha colpito la comunità legale. E ha ferito anche l’Italia. Per ore abbiamo pregato che il nome di Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana che preparava il suo dottorato alla Sorbona, non venisse aggiunto alla lista delle vittime. Purtroppo non è stato così. ?E il suo sorriso, ritratto nella fotografia diffusa nelle ore della ricerca tra i dispersi, è diventato una delle immagini più evocative e simboliche di questo evento.

Perché le vittime del Bataclan erano quasi tutte giovani. Perché i proiettili sparati nel buio della sala e negli altri luoghi assaltati dai kamikaze hanno negato un futuro a tante persone che a Parigi vivevano il loro tempo, dedicandosi alla professione che amavano come Kheireddine Sahbi, violinista algerino che studiava musica o Amine Ibnolmobarak, 29 anni, architetto di Casablanca.

Tornare a vivere è stata la prova più dura per tutti. Il 17 novembre ad Hannover è stata annullata la partita di calcio tra le nazionali di Germania e Olanda. A Londra, invece, Inghilterra e Francia sono scese in campo. Tutto il Wembley Stadium ha cantato la Marsigliese. E a vincere è stata la voglia di andare avanti. Perché l’unica risposta possibile al tentativo di terrorizzare un popolo è praticare la normalità e rendere vana la violenza. Esercitando il diritto al movimento, allo studio, alla libera impresa, all’espressione del pensiero e allo svago. Le libertà che nei nostri Paesi, nella vecchia Europa, sono state conquistate dopo secoli di battaglie civili, e per le quali sono caduti milioni di uomini e donne.

La normalità è stata l’obiettivo reale della notte di sangue del 13 novembre. Ma la normalità, che affonda le sue radici nella storia di un continente intero, non si scardina in una notte da incubo. Chiedete ai redattori di Charlie Hebdo, il giornale satirico che il 7 gennaio di quest’anno è stato assaltato da un commando di terroristi che ha ammazzato dodici persone. Nella edizione del 17 novembre, hanno pubblicato in copertina una vignetta che mostra un ragazzo crivellato dai proiettili che balla e brinda sotto il titolo: «Loro hanno le armi. Che si fottano. Noi abbiamo lo champagne».

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Sommario

Agorà

  • HOGAN LOVELLS AFFIDA A BOROCCI L’ANTITRUST
  • ROSARIO BIFULCO NUOVO AD DI MITTEL
  • GIULIANA TESTORE È HEAD OF LEGAL DI PGM SA
  • CALICETI, PARTNER IN SANTA MARIA
  • CLEARY GOTTLIEB NOMINA DUE COUNSEL ITALIANI
  • NATIXIS RAFFORZA L’M&A CON MANISCALCO
  • TONUCCI APRE IN SERBIA
  • CICALA RICCIONI AVVIA L’AMMINISTRATIVO CON PALATUCCI
  • IPIBI DIVENTA BANCA CONSULIA E PUNTA A CRESCERE NELLA CONSULENZA
  • ANAS RIVOLUZIONA LA GESTIONE DEL CONTENZIOSO

?Il barometro del mercato
L’EQUITY CROWDFUNDING BATTE UN COLPO
Osborne Clarke affianca Red Lions nell’investimento in Kiunsys tramite StarsUp. Intanto Bc Partners con BonelliErede si mangia le bistecche di Old Wild West. Big deal in salsa peruviana nel banking per Dla e Clifford Chance.

Business plan
ASHURST DICE ADDIO AL FULL SERVICE
Grandi clienti nel finance e focus su energy, transport & infrastructure sono i fondamenti della strategia dello studio guidato da Domenico Gullo in Italia. 

Periscopio
IN MEDIA STAT BUSINESS
In cinque anni, deal per oltre 6 miliardi di euro. Nel 2015, Portolano Cavallo e Chiomenti dominano il settore. Il big deal? La conquista del 30% dell’Economist da parte di Exor.

Faccia a faccia
M&A, PER MONDADORI NON SI POSSONO ESCLUDERE ALTRE OPERAZIONI
Il mercato è in evoluzione e una grande realtà editoriale non può restare a guardare. Ecco come si vive il dinamismo del settore media all’interno della direzione affari legali del gruppo di Segrate.

L’intervista
SNAM: SULLA STRADA DELL’ECCELLENZA
Parla il general counsel, Reggiani: «Primo obiettivo, anticipare le esigenze e tradurre gli obiettivi aziendali in attività dell’ufficio legale». Beauty contest: «Perché gli avvocati non si presentano?».  
di silvia pasqualotto

Nomine
GIOVANI BANKER CRESCONO… IN GOLDMAN SACHS
Un terzo dei 425 nuovi managing director promossi dalla banca è under 40. Fra questi anche nove italiani. A livello globale, le donne rappresentano il 25% del totale di questa tornata.

La bussola
OBIETTIVO IRAN
Sempre più studi legali studiano come valorizzare le opportunità che si presenteranno con l’allentamento delle sanzioni. Vietato arrivare secondi. Ma la prudenza è d’obbligo.

5 DOMANDE PER CAPIRNE DI PIÙ
a cura di Pietro Fioruzzi e Marco Scalera

La partita
AL LAVORO SU TELECOM ITALIA
Un anno di mandati che hanno fatto del gruppo presieduto da Recchi uno dei clienti più interessanti per gli advisor legali.

Non di solo business
VERSO UNA RETE ITALIANA DEL PRO BONO 
Parlano gli avvocati Macchi di Cellere e Carotenuto: «Con il supporto di PILnet, vogliamo creare un’organizzazione per dare un tono istituzionale a questa tipologia di attività». 

Focus
BANCHE ALLE PRESE CON LO TSUNAMI COMPLIANCE
Una raffica di regole ha travolto le gli istituti. Tanto da richiedere investimenti a sette zeri e personale sempre più specializzato.
di laura morelli

Lettere al direttore
GRANDI UOMINI E GRANDI DONNE

Shave & the city
IL CONTO IN BARBA
Dall’Unicredit Management Consultancy al barber shop. I bankers Michele Callegari e Niccolò Bencini mettono in stand by il lavoro in banca, avviano il Barberino’s e guardano all’estero.

Istruzioni per l’uso
AVVOCATI OGGI: MANAGER, LEADER E IMPRENDITORI
di mario alberto catarozzo

Le tavole della legge
MANNA, CUCINA CREATIVA E RIMEMBRANZE RISORGIMENTALI
di giacomo mazzanti

aaa cercasi
La rubrica Legal Recruitment by legalcommunity.it registra questa settimana 4 posizioni aperte, segnalate da 3 studi legali: Giovannelli e Associati, La Scala, Santa Maria. I professionisti richiesti sono in totale 5 tra avvocati, neo avvocati, praticanti, neo laureati e studenti. Le practice di competenza comprendono il diritto societario, M&A e private equity, contenzioso finanziario, data entry, diritto bancario e finanziario.

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