Avvocati, sentite anche voi questo vento di restaurazione?
di nicola di molfetta
Troppo avanti, troppo in fretta. Dopo anni di grandi cambiamenti, tra gli avvocati comincia a soffiare sempre più forte il vento della restaurazione. Sarà che la crisi non è davvero alle spalle (almeno non per tutti) sarà che la crescita della concorrenza rende la professione sempre più difficile (a tutti i livelli) ma quello che si percepisce è la voglia di tornare al passato, rendere meno trasparente il mercato, garantire delle posizioni di rendita a chi fa questo mestiere e restituire un’allure aristocratica a una professione ormai divenuta eufemisticamente “pop”.
Il problema è comune, ma il gaudio non sembra essere nemmeno mezzo.
Qualche tempo fa, nell’editoriale a una newsletter di legalcommunity.it abbiamo sottolineato lo strabiliante incremento dei profili accreditati come business lawyer. Nell’arco di cinque anni, solo nei primi cinquanta studi per giro d’affari presenti nel Paese, il numero di legali è arrivato a superare le 6mila unità. Si pensi che nel 2007-8, circa seimila erano i professionisti in forze ai primi 100 studi legali attivi in Italia.
Facendo i cosiddetti calcoli della serva, possiamo immaginare che in otto anni, gli avvocati d’affari attivi nei principali studi italiani siano praticamente raddoppiati. Una moltiplicazione che spiega bene come mai questo settore, un tempo considerato dorato territorio di caccia appannaggio di una ristrettissima cerchia di eletti, oggi abbia perso la capacità di produrre ricchezza per tutti coloro i quali ne fanno parte. Indistintamente.
Ecco allora che qualcuno, tra i notabili del settore, ogni tanto non riesce a nascondere la nostalgia dei bei tempi che furono, fino quasi ad accarezzare l’idea di tornare un po’ indietro. Quando si era generalmente meno: meno numerosi, meno visibili, meno trasparenti, meno competitivi e generalmente tutti più ricchi.
Inutile dire che il venticello che ogni tanto si sente soffiare tra gli avvocati d’affari, diventa un uragano quando si sposta lo sguardo all’avvocatura nazionale. Al popolo dei 240mila.
Le mozioni politiche approvate nel corso dell’ultimo Congresso nazionale forense sono una chiara indicazione di questa tensione restauratrice. «Eravamo a Rimini, ma sembrava Vienna», ha commentato qualcuno.
In particolare, l’assise romagnola oltre a mandare in soffitta l’Oua e la separazione tra rappresentanza politica e rappresentanza istituzionale della categoria, ha approvato alcune mozioni con cui il corpo dell’avvocatura nazionale ha ribadito forte e chiaro il proprio «no» ad alcune innovazioni che il legislatore stava tentando di inserire da tempo (no ai soci di capitale negli studi, no all’obbligo di preventivo scritto) per offrire soluzioni di mercato alla richiesta di sostegno della categoria fiaccata dalla recessione e per cercare di riequilibrare i rapporti di forza con i clienti.
Una volontà di tornare al passato, all’età dell’oro dei minimi tariffari che, in parte, è stata assecondata dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il quale intervenendo nell’ultima giornata di dibattito ha annunciato pubblicamente l’impegno a lavorare per una legge sull’equo compenso per gli avvocati e contro le clausole vessatorie a cui molti legali che lavorano per le grandi istituzioni bancarie o per i colossi delle assicurazioni devono sottostare.
Un’iniziativa che è stata salutata dal tripudio dei congressisti ma che rischia di fare più male che bene a una professione che, invece, avrebbe bisogno di trovare una nuova declinazione della propria funzione e delle proprie modalità d’esercizio, soprattutto in ambito civilistico. I nuovi modelli d’esercizio e di organizzazione dell’attività legale, soprattutto nel settore della consulenza, non si svilupperanno mai finché i professionisti avranno a disposizione il pannicello caldo del minimo garantito anche per prestazioni a minore valore aggiunto o che quantomeno sono così considerate dai clienti.
Sostenendo la battaglia per l’equo compenso, il ministro rischia di andare in contraddizione con se stesso e l’importante apertura alla modernizzazione della professione fatta la scorsa estate in occasione di un incontro con i principali rappresentanti degli studi legali associati in Italia. In quell’occasione Orlando disse che «la professione non può far finta che niente sia cambiato» e «gli studi devono strutturarsi per avere forza sufficiente per affrontare la realtà». Una realtà che all’orizzonte vede avvicinarsi a grandi falcate non solo le “multinazionali del diritto” (che già da tempo sono presenti nel nostro Paese e non sono solo organizzazioni battenti bandiera straniera) ma la gestione delle pratiche con robot advisor e sistemi di intelligenza artificiale dai quali sarà impossibile difendersi a colpi di equo compenso.
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Il sommario
Agorà
PAOLA LEOCANI E NICHOLAS LASAGNA ENTRANO IN SIMMONS & SIMMONS
Il barometro del mercato
IL TESORO LANCIA IL PRIMO BTP A 50 ANNI
Clifford Chance e Jones Day con il sindacato di banche coinvolto nell’emissione. Dla Piper, Gattai e Simmons & Simmons nel deal Sabelli-Trevisanalat. Dentons e McDermott nella cessione di Saldiprivati a Showroomprivè
Il modello
RUSSO DE ROSA PUNTA SULLA DISCONTINUITÀ
Lo studio ha fondato il suo business sulla consulenza legata al patrimonio imprenditoriale e familiare partendo dalla competenza in ambito tax. L’effetto voluntary? «C’è stato» dice a MAG Leo De Rosa. «Ma il beneficio principale è stato l’accreditamento presso nuovi clienti»
Elite legale
SUPER GATTAI
Dopo un 2015 in ascesa (fatturato a 20,5 milioni, +70,8%) prosegue la corsa dello studio nato a fine 2012. Il fondatore dice a MAG: «Si cresce solo dando valore aggiunto ai clienti e preservando un clima positivo nello studio». I lateral hire? «Sempre coerenti coi nostri valori». L’estero? Potrà svilupparsi con un network che, per il momento, resterà informale
L’intervento
STRUTTURA DELLA LEGGE E DISCREZIONALITÀ DELL’AMMINISTRAZIONE
di filippo satta
Nuovi mercati
L’IRAN DI RÖDL PARLA ITALIANO
Lo studio tedesco ha affidato il desk di Teheran, operativo da questo mese, a un team italiano guidato da Massimiliano Perletti e Valerio Rugge. Le opportunità di business sfiorano i 3 miliardi
Il caso
MASOTTI & BERGER: «LA NOSTRA FORMULA FULL SERVICE GUARDA ALLE IMPRESE»
La boutique milanese punta sulla forza dell’indipendenza e una rete di relazioni con l’estero
di gloria lattanzi
Porte girevoli
QUARANTA GIRI DI WALZER NELLA FINANZA
Riassetti, nuove opportunità o semplice voglia di novità. Nel 2016 i cambi di poltrona hanno movimentato la scena finanziaria del Paese. A ballare sono state soprattutto le poltrone dei ceo
di laura morelli
Follow the money
OGM IN CRISI
di laura morelli
L’intervista
«SENZA IN HOUSE LE SOCIETÀ NON EVOLVONO»
Elisabetta Lunati racconta a MAG la sua esperienza alla guida della direzione legale di Intesa Sanpaolo. Con lei lavora solo chi è stato al “fronte”
Piazza affari
I NUOVI PLAYER PUNTANO SULL’AIM
È il caso di 4Aim Sicaf nata per investire in maniera seriale nelle aziende quotate o in Ipo sul listino per le Pmi. L’iniziativa nasce da un pool di advisor assieme a un nomad, due studi legali e due banche. L’obiettivo è generare una capitalizzazione di oltre un miliardo
Diverso sarà lei
DI DISPARITÀ SALARIALE, BUONI ESEMPI TEDESCHI E STUDI LEGALI (ITALIANI) VIRTUOSI
di silvia pasqualotto
LGBT
IL PUNTO SULLA LEGGE CIRINNÀ
Che cosa deve fare il datore di lavoro dopo l’approvazione della norma sulle unioni civili? E cosa cambia per i dipendenti? Un dibattito organizzato da Hogan Lovells e Parks fa chiarezza sul tema
Speciale Inhousecommunity Awards 2016
Lo scorso 10 ottobre, il museo Diocesano di Milano ha ospitato la seconda edizione della principale manifestazione che premia le eccellenze tra i professionisti che lavorano in azienda. Ecco tutte le immagini più belle della serata
a cura di silvia pasqualotto
Punti di vista
AVVOCATI E RIFLESSIONI SUL SOCIETING
di federica delachi
Letture professionali
IL DIRITTO ALL’OBLIO E LA SUA PROBLEMATICA APPLICAZIONE
di ruben razzante
Food&Business
GLI STUDI LEGALI FANNO AFFARI A TAVOLA
Negli ultimi anni le law firm sono sempre più attive nell’assistenza a tutta la filiera dell’agroalimentare. Aumentano i team interni focalizzati sul settore. Che incide sui fatturati anche oltre il 10%
di gabriele perrone
Kitchen confidential
NIKO ROMITO “ON THE ROAD” CON LEGANCE
Lo chef tristellato porta il bistrot Spazio a New York, Londra e Singapore. Lavora a un progetto di street food. E rivoluziona la ristorazione ospedaliera
Istruzioni per l’uso
PREVENTIVO, PITCH O BEAUTY CONTEST: COME PROCEDERE
di mario alberto catarozzo
Le tavole della legge
AL MUDEC, TRA CULTURA E STELLE MICHELIN
di giacomo mazzanti
Calici e pandette
FOR ENGLAND E LA MISSION (NON) IMPOSSIBLE DEL ROSÉ
di uomo senza loden
aaa cercasi
La rubrica Legal Recruitment by legalcommunity.it registra questa settimana 13 posizioni aperte, segnalate da 6 studi legali: Bacciardi&Partners, Cms, DeMatteis, La Scala Studio Legale, Russo De Rosa Associati e TMB Associati.
I professionisti richiesti sono in totale 14/15 tra giovani avvocati e neolaureati, praticanti abilitati, dottori commercialisti, junior associate, trainee, avvocati, collaboratori.
Le practice di competenza comprendono: contrattualistica commerciale internazionale, diritto societario e tributario internazionale, international litigation, tax, fiscalità d’impresa e diritto societario, commerciale, m&a, fiscalità internazionale, fiscalità degli intermediari bancari e finanziari, antitrust ed ePayment regulation