AVVOCATI, LUI È CHARLIE

In prima linea. Nei giorni più difficili, quelli seguiti alla strage del 7 gennaio, Richard Malka (nella foto) è il volto e la voce del settimanale satirico francese Charlie Hebdo e della sua redazione. Origini marocchine, 46 anni di età e avvocato di professione. Uno dei più noti e potenti del Paese. Malka ha gestito la crisi seguita all'attacco terroristico e poche ore fa ha dato l'annuncio che in tanti si attendevano: «Charlie Hebdo sarà in edicola regolarmente anche il prossimo mercoledì». È questa la risposta che giornalisti e vignettisti della storica testata parigina hanno deciso di dare a chi ha tentato con un atto vile ed efferato di spezzare le loro matite e zittire la loro voce.

Un milione di copie al posto delle solite 100mila. «È il nostro modo di dire che non ci hanno uccisi, che siamo ancora in piedi, vivi, che non ce l’hanno fatta», ha detto Malka. 

L'avvocato, cresciuto alla scuola di Georges Kiejman, da sette anni ha dato vita a una propria boutique legale specializzata nel diritto dell'informazione. Nella sua carriera, ha affrontato numero processi legati alle tematiche della libertà d'espressione. Tra i più celebri c'è stato quello in cui ha difeso proprio Charlie Hebdo nel processo per le caricature su Maometto del 2007, oppure quello in cui ha assistito il direttore del Centro d'arte contemporanea (Capc) dall'accusa di aver diffuso immagini pornografiche nel corso della mostra Présumé innocent, o ancora del film di Daniel Leconte e olivier Assayas sul terrorista Carlos.

Malka affianca Charlie Hebdo dal 1992, tanto da essere considerato ormai parte integrante della redazione. Nell'industria dei media, poi, tra i suoi clienti ci sono anche i gruppi editoriali l'Association, Cherche Midi, Metro ed Entreuve e le radio NRJ e Beur FM. Ma tra i clienti di Malka si contano anche volti noti della politica e del mondo degli affari. Malka ha lavorato per la difesa della privacy di Dominique Strauss-Kahn e sua moglie, Anne Sinclair, così come per la ex première dame, Carla Bruni Sarkozy quando fu criticata per i finanziamenti alla sua fondazione.  

Tornando alla vicenda Charlie Hebdo, Malka ha fatto sapere che i contenuti del prossimo numero saranno realizzati «unicamente dal piccolo gruppo di superstiti» dell’attacco terroristico del 7 gennaio. La produzione beneficerà dell’aiuto di altri editori francesi. I primi ad offrire il loro aiuto sono stati Radio France, France Television, Le Monde e Libération. Un rilevante aiuto finanziario è arrivato poi dall’Unione degli editori di giornali e da Google, che contribuiranno ai costi di produzione del prossimo numero della rivista satirica con 250 mila euro ciascuno, presi da fondi per lo sviluppo della stampa e l’innovazione digitale. Il gruppo di distribuzione PressTalis, infine, ha deciso di rinunciare a tutte le commissioni sulla diffusione delle copie di Charlie Hebdo.

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