Consiglio dell’Ordine degli avvocati, a Milano vince Danovi

L’avvocatura milanese entra in una nuova stagione politica. Remo Danovi (nella foto), salvo sorprese clamorose, sarà il prossimo presidente del consiglio. Terminato lo spoglio delle 6.814 schede (record assoluto) la lista dell’ex presidente del Cnf e professore di deontologia alla Statale di Milano, porta a casa 716 preferenze, seguita da Avvocati per gli Avvocati (528) e Professione Domani (481), mentre Impegno e Indipendenza di Giuseppe Cusumano ha raccolto solo 195 consensi.

Ma come sempre, quando si tratta di avvocatura e politica forense, la competizione è non tanto tra liste quanto tra singoli. E così è successo che nonostante una vittoria netta della lista danoviana, il prossimo coa milanese non vedrà seduti al board tutti e 16 i candidati espressione del movimento Uniti per un Futuro. Danovi, che ha preso 1.465 voti, porta con se solo altri 10 componenti della sua lista. Alla fine si tratta solo del 44% del coa. 

Sette poltrone, invece, sono andate ad Avvocati per gli Avvocati che, tra l’altro, ha avuto anche il candidato più votato di tutti: Enrico Moscoloni, infatti ha ricevuto 1.634 voti. Sette consiglieri anche Professione Domani, dove è il presidente della camera penale, Vinicio Nardo a fare il pieno di voti: 1.474.

La vittoria di Danovi, dunque, pur essendo stata chiara, non è stata schiacciante. E il consiglio che viene fuori da questo confronto presenta una struttura composita. L’organo resterà in carica per i prossimi quattro anni. E il suo primo appuntamento ufficiale sarà l’elezione del presidente. L’incarico dovrebbe essere affidato al leader della lista con più eletti. Il condizionale va usato perché, in teoria, le minoranze potrebbero proporre una nomina alternativa e imporla laddove riuscissero a raggiungere un’intesa politica. Ma considerato che nessuna delle altre liste entrate in consiglio ha avuto l’unità per indicare un proprio candidato presidente durante la campagna elettorale, sembra piuttosto difficile che possano dare vita a un’intesa lampo in chiave anti-danoviana.

Invece, quello che sembra più probabile è che Danovi riesca a stringere un’intesa con almeno una delle due liste di minoranza.

 

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