Sila sigla un nuovo accordo con le banche: gli studi in campo

Sila Holding Industriale – capogruppo di uno dei principali player globali nel mercato dei comandi cambio e cavi per autoveicoli – ha finalizzato un’articolata operazione di ricapitalizzazione e rimodulazione del proprio indebitamento. Il gruppo, che meno di tre anni fa si era visto costretto ad una radicale ristrutturazione a causa della contrazione dei volumi che aveva investito il settore auto, beneficia oggi di quelle coraggiose azioni industriali intraprese dalla proprietà alla fine del 2013.

Per l’esercizio in corso, è atteso un fatturato di oltre 120 milioni di euro, con miglioramento della redditività. Le già positive performance registrate dal gruppo nell’ultimo biennio fanno leva su una ritrovata efficienza, che valorizzando il know how e le risorse presenti in azienda, ha permesso l’acquisizione di nuove importanti commesse dai principali car maker mondiali. Sila ha così potuto salvaguardare i livelli occupazionali delle operations italiane, in Piemonte, Abruzzo e Basilicata, e delle controllate estere, nonché accelerare il piano di rimborso del debito vantato dalle principali banche nazionali, che non hanno accusato alcuno stralcio, bensì beneficiato di un ritorno in bonis del gruppo, vedendo ripagata la fiducia accordata in occasione della passata ristrutturazione.

L’operazione di ricapitalizzazione e rimodulazione dell’indebitamento ha mantenuto in mani italiane la proprietà dello storico gruppo torinese, tramite un piano di risanamento che prevede, tra le altre operazioni societarie, la revoca della liquidazione della capogruppo e la fusione delle controllate italiane.

Gli aspetti legali dell’operazione sono stati curati dallo studio Paul Hastings, nella persona dell’avvocato Paolo Manganelli (nella foto), ora in Ashurst, mentre quelli societari e di monitoraggio del processo dallo Studio GMR di Torino, nella persona del dottor Andrea Gabola, che ha operato in qualità di CRO. L’attestazione del Piano è stata rilasciata dal professor Alberto Tron ed il ceto bancario è stato assistito dallo studio Hogan Lovells, con un team coordinato dal socio Ernesto Apuzzo del dipartimento di business restructuring and insolvecy, coadiuvato da Francesco Gallo, senior associate. 

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