Maisto e Associati ottiene il primo ruling nuovi investimenti
Dopo la recente conclusione del primo ruling patent box, Maisto e Associati ha ottenuto anche il primo ruling nuovi investimeti per un’importante multinazionale con riferimento ad un progetto per l’ampliamento dello stabilimento italiano e la creazione di un polo logistico europeo nel territorio dello stato.
L’istituto è stato introdotto dal decreto legislativo “per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese”, approvato nel settembre 2015 ed è riservato agli operatori economici che intendono effettuare in Italia un investimento almeno pari a 30 milioni di euro con ricadute significative sull’occupazione. L’obiettivo della disposizione è di rendere il Paese maggiormente attrattivo e competitivo per gli operatori economici, residenti o non residenti, che intendono operare in Italia, attraverso la creazione di un quadro normativo sotto il profilo fiscale quanto più certo e trasparente per gli investitori.
Tra gli aspetti più innovativi dell’interpello vi è la possibilità – concretamente applicata nel caso di specie – di ottenere una valutazione preventiva sull’assenza in Italia di una stabile organizzazione di società estere del gruppo, che in passato è stata oggetto di svariate contestazioni a partire dal caso Philip Morris, con il quale nel 1995 era stata mossa una contestazione di oltre 2 miliardi di euro. La lunga lista delle multinazionali alle quali in passato è stata contestata l’esistenza di una stabile organizzazione in Italia vede nomi di eccellenza, dalla multinazionale tedesca Bosch, al colosso dell’acciaio Arcelor Mittal fino ad arrivare ai recenti casi che coinvolgono le multinazionali del digitale quali Apple e Google. Con tale strumento l’investitore estero può finalmente interpellare preventivamente l’amministrazione finanziari italiana per chiedere conferma che la struttura del nuovo investimento non integri la presenza di una stabile organizzazione in Italia eliminando situazioni di incertezza. La presentazione dell’interpello nuovi investimenti dà la possibilità ai gruppi che effettuano rilevanti investimenti in Italia di aderire all’istituto della cooperative compliance, accessibile normalmente ai soli gruppi con un fatturato che eccede i 10 miliardi. Il regime dell’adempimento collaborativo permette di avere un confronto costante con l’Agenzia, una sorta di dialogo preventivo al fine di ridurre al minimo i rischi fiscali.
La pubblicazione del primo interpello, quindi, rappresenta senza dubbio un passo importante per la modernizzazione del Paese e la creazione di un’amministrazione finanziaria in grado di competere in Europa ed attrarre investimenti in Italia. La procedura è stata seguita dai soci Guglielmo Maisto, Aurelio Massimiano, Andrea Parolini e gli associati Giorgia Zanetti, Andrea Rottoli.