Come si dice Pedersoli in cinese?
Neanche un ufficio all’estero. Eppure, Pedersoli e Associati è uno studio che nell’ultimo anno non solo ha visto crescere la rilevanza della propria attività cross border, ma ha centrato quella che, ad oggi, è sicuramente la più rilevante acquisizione messa a segno in Italia da un’azienda cinese: la conquista del controllo di Pirelli da parte di ChemChina. Un deal da oltre 8 miliardi di euro di valore.
Com’è stato possibile? In che modo lo studio è riuscito a intercettare un mandato di questa portata senza avere un ufficio, anzi, nemmeno un best friend nell’ex celeste impero? La risposta sta in una valigia e un biglietto aereo. Entrambi appartengono al socio Antonio Pedersoli (nella foto) che, a più riprese, negli ultimi cinque anni, ha fatto da “commesso viaggiatore” per conto della prestigiosa boutique. Un investimento considerevole per la struttura. Soprattutto in termini di tempo e soprattutto perché, per almeno due anni, queste trasvolate estremorientali non hanno prodotto nulla di “concreto”.
L’opportunità di abbandonare la lunga marcia cinese, girarsi e tornare indietro, è stata discussa diverse volte nelle assemblee dei soci dello studio.
Ma alla fine ha prevalso la perseveranza e la convinzione che mollare, dopo tutto il lavoro di “semina” che era stato fatto, sarebbe stata una scelta sbagliata. Mai intuizione si rivelò più azzeccata.
UNA CHIAVE CHIAMATA SOE
Pedersoli, così, ha cominciato a intercettare i primi incarichi e poi ha iniziato a lavorare assistendo le…
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA QUI E SCARICA MAG BY LEGALCOMMUNITY.IT: È GRATIS