Legali in house: stipendi al palo

Tanti legali in house per pochi posti di lavoro nonostante gli stipendi stagnanti. È quello che emerge dalla Salary Guide 2016 realizzata dalla società di headhunting Taylor Root in collaborazione con l’Associazione italiana giuristi d’impresa (Aigi). La ricerca, prima nel suo genere nel nostro Paese, è nata con l’intenzione di rilevare le tendenze a livello di assunzione, le fluttuazioni dei salari e le attuali prospettive di lavoro per i legali in house. Al sondaggio hanno partecipato giuristi d’impresa che lavorano in società italiane (44%), in multinazionali italiane (21%) e in multinazionali straniere (35%). E tra loro il 73% è un membro Aigi. «Quello degli in house è un mercato in espansione e pur non essendoci un albo obbligatorio per i giuristi d’impresa possiamo stimare che sommando gli iscritti ad Aigi – che sono circa 1.000 – a tutti i legali che lavorano alle dipendenze di amministrazioni ed enti pubblici, delle società ad azionariato pubblico, dei grandi enti dei settori liberalizzati e infine delle altre società, enti e associazioni privati, si arrivi a un numero ampiamente multiplo di quelli iscritti all’Aigi», afferma Raimondo Rinaldi, presidente di Aigi e general counsel di Esso Italia.

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