Gli Studi Associati: Piattaforme di Sviluppo

Si è tenuta a Roma la prima Tavola Rotonda Nazionale degli Studi Legali Associati, “Gli Studi Associati: Piattaforme di Sviluppo”, organizzata dal Consiglio Nazionale Forense, con la partecipazione della Cassa Forense e alla presenza del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il quale ha concluso il dibattito.

La Tavola Rotonda è stata promossa nell’ambito dei lavori da tempo avviati da un ampio gruppo di Studi Legali Associati unitamente al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma presieduto da Mauro Vaglio, su iniziativa di BonelliErede, Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners e Chiomenti Studio Legale.

È stata moderata da Damiano Lipani, Coordinatore del Progetto Studi Legali Associati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e ha visto la partecipazione di molti Studi Legali Associati, tra i quali Baker & McKenzie, Studio Legale Bongiorno, CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni, DLA Piper, Studio Legale De Vergottini, EIPF, Fantozzi & Associati, Lipani Catricalà & Partners, Lombardi Molinari Segni, Macchi di Cellere Gangemi, NCTM, Portolano Cavallo, Salonia & Associati, Tonucci & Partners, Ughi e Nunziante, a dimostrazione del grande interesse suscitato dall’iniziativa e dall’attenzione prestata dal Ministro della Giustizia al mercato dei servizi legali.

Si registra una tendenza di consolidamento del mercato degli studi legali associati in Italia, ciononostante si tratta prevalentemente di strutture solo formalmente associate, presso cui i professionisti distribuiscono i costi, ma il più delle volte non i ricavi.

Osservando la struttura organizzativa della categoria in Italia, il 10% degli avvocati risulta essere contitolare di uno studio associato o pseudo associato. Inoltre solo il 2% degli avvocati di studi associati o pseudo associati svolge attività internazionale: il mercato risulta in netta prevalenza nazionale o locale.

In base all’ultima indagine Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, di marzo 2016 commissionata dalla Cassa Forense, l’avvocatura italiana si percepisce quale sistema in forte crisi, dai punti di vista economico, di ruolo e d’identità professionale:

· L’80% degli avvocati giudica l’avvocatura italiana in forte crisi professionale ed economica;

· Il 17% la considera in fase di ripensamento del proprio ruolo e della propria identità;

· Il 2% la giudica in fase di rilancio, per la ridefinizione di un ruolo professionale nuovo.

In tale contesto, tra gli assi di ragionamento del processo di ripensamento dell’avvocatura, un ruolo di rilievo verrà giocato dalla capacita? del settore e dei professionisti di innovare la propria formazione professionale, anche quella accademico-universitaria, adeguandola alle mutate esigenze e alle rinnovate dinamiche del mercato, sempre più competitivo e globalizzato.

Al fine di creare un sistema innovativo che valorizzi una rete di professionisti di studi associati, la categoria ha individuato alcuni assi di progressione prioritari su cui occorrerà lavorare nei prossimi anni.

E’ innanzitutto necessario un ampliamento del mercato e dell’offerta di servizi tramite l’affermazione di una cultura giuridica specialistica all’interno di dinamiche di lavoro in modalità organizzata; la risposta a tale esigenza viene data tramite la diffusione del modello associativo. In futuro si tratterà di costituire società tra avvocati come previsto dal DDL Concorrenza. Tale scenario rende naturale l’interessamento del Governo a realtà di grande rilevanza per l’economia del Paese e che oggi rappresentano un presidio di tutela e legalità, oltre che infrastruttura essenziale per l’attrazione di investimenti e rafforzamento del tessuto economico, finanziario e imprenditoriale italiano. Il numero di associazioni professionali è in costante crescita e il fenomeno ancora poco regolamentato. La Tavola Rotonda ha quindi affrontato alcune delle priorità strategiche per il futuro della professione in Italia: formazione, organizzazione e internazionalizzazione.

LA FORMAZIONE E IL PERCORSO DI CRESCITA DEGLI AVVOCATI

Pilastro imprescindibile è la formazione dei professionisti, vale a dire l’intero percorso di crescita professionale dei giovani avvocati. Sono infatti state discusse in tal senso iniziative per la diffusione della cultura della professione, con particolare riferimento a quella svolta in forma associata, come l’avvio di forme di collaborazione con le Università per l’introduzione nei corsi di laurea di materie relative all’attività forense e alla gestione degli studi legali, il riconoscimento delle specializzazioni settoriali e l’introduzione nei programmi formativi universitari di materie “innovative” e non tipicamente giudiziali, la regolamentazione del rapporto tra collaboratori e studio legale associato, che va studiata anche per tutte le forme di collaborazione stabile tra avvocati e loro collaboratori, e, infine, l’attuazione di forme integrative di previdenza e di solidarietà per i collaboratori non soci degli studi.

L’ORGANIZZAZIONE INTERNA

Altro pilastro emerso riguarda i profili organizzativi delle strutture legali associate nel loro percorso dimensionale, cioè da quelle di piccole dimensioni e con pochi soci sino a quelle assimilabili a una media impresa per fatturato e gestione organizzativa interna.

LE LINEE DI SVILUPPO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Infine si sono preliminarmente tracciate le linee di sviluppo di uno studio legale associato che nelle varie fasi di crescita affronta la sfida dei servizi su mercati diversi da quelli locali a quello nazionale, sino ai mercati internazionali. Su questo punto il tentativo è stato definire quale ruolo assume lo studio associato nel contesto economico e di sviluppo del Paese, così come l’individuazione di esigenze e strumenti che nelle varie fasi di crescita gli studi associati italiani devono acquisire per affrontare la concorrenza delle strutture multinazionali.

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