Osborne Clarke, obiettivo 20-20

Continuare a crescere. Un imperativo che Osborne Clarke ha fatto proprio. Nel periodo che va dal 2008 al 2016, lo studio ha triplicato il suo fatturato in Italia, passando da un po’ meno di quattro a oltre 12 milioni di euro. Inoltre, ha quadruplicato il numero di soci. Nove anni in cui, malgrado l’economia del Paese scricchiolasse, Osborne Clarke ha registrato performance rispettabili. «Tutti gli indici fondamentali (il profit per partner, la posizione finanziaria netta) si sono mossi in maniera molto virtuosa», dice a MAG Riccardo Roversi, managing partner per l’Italia.
Classe 1968, Roversi guida lo studio proprio dal 2008. «Oggi noi facciamo un profit per partner che supera i 400mila euro e abbiamo un livello di indebitamento sostanzialmente irrilevante», continua.

Roversi però non si vuole fermare e continua a scrutare il mercato per arruolare nuovi compagni di viaggio. Gli ultimi due ingressi sono stati quelli di Giuliano Lanzavecchia (esperto in operazioni straordinarie di m&a e private equity, proveniente da Nctm) e Andrea Pinto (specializzato in banking & finance, ex K&L Gates). A cui è seguito quello di Andrea Rizzi, entrato in squadra come nuovo responsabile digital business Italia. Arrivi che rientrano nel progetto di rafforzamento del team in particolari segmenti industriali e che prevede nuovi inserimenti nei prossimi mesi. «Per noi la proiezione di qui al 2020 è una visione di crescita dimensionale, essenzialmente mediante aggregazione di talenti», spiega Roversi. Lo studio punta a un 2020 da 20 milioni di fatturato, target che conta di raggiungere inglobando ancora altri tre o quattro soci di peso. Grazie agli ultimi acquisti Osborne Clarke pensa di chiudere il 2018 con un fatturato di 14/15 milioni.

Avvocato Roversi, quali sono i servizi da potenziare e perché?
Siamo interessati a investire nell’area tax, che tradizionalmente copriamo tramite l’ufficio di Brescia. Secondo noi lo studio merita un investimento più al centro dell’organizzazione, quindi a Milano.

Su cosa o su chi vi state muovendo?
Abbiamo appena chiuso un’operazione sul digital business e ora ci piacerebbe accogliere uno o più esperti di diritto dello sport. Nel medio termine, poi, vorremmo potenziare il team di diritto del lavoro, un’attività di servizio il cui carico di lavoro cresce linearmente con le dimensioni del business.

Quali caratteristiche devono avere i professionisti che state cercando?
Uno degli asset principali del nostro studio è l’elemento umano. Abbiamo un certo tipo di approccio al lavoro, alla professione e alla convivenza coi colleghi. Intanto il nostro candidato ideale deve essere umanamente in linea con i nostri standard perché non vogliamo disperdere la qualità della vita che offriamo.

Poi?
Per il resto, cerchiamo compatibilità in termini strategici tra le nostre attività e quelle dei professionisti. Abbiamo poi una struttura economica piuttosto efficiente che ci consente di offrire dei piani di remunerazione dei soci piuttosto attraenti rispetto ai nostri competitor.

Quali sono i vostri competitor?

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