Da Calamandrei all’Avvocato, così è nato il mito di Grande Stevens

Più di sessant’anni di professione alle spalle. E una passione radicale per il diritto che lo ha portato a essere avvocato a 28 anni, cassazionista a 30, leader di una delle più note boutique legali del Paese nonché presidente della Cassa Forense nel 1979 e del Consiglio nazionale forense, dal 1984 al 1991.

Parliamo di Franzo Grande Stevens (nella foto), ovviamente. L’avvocato dell’Avvocato. Ma soprattutto uno dei pionieri della business law italiana e grande consigliere del potere economico nazionale. MAG lo ha incontrato nel suo studio, a Torino, una mattina dello scorso mese di luglio.

Ottantanove anni compiuti lo scorso 13 settembre. Grande Stevens frequenta assiduamente lo studio in via del Carmine. «Tutti i giorni», dice l’avvocato mentre sorseggia una tazza di te. «Solitamente arrivo alle 7.30. Oggi, prima di lei, ho incontrato un importante banchiere italiano. Dovevamo parlare di governance. Un tema che mi ha sempre appassionato. Sa, fui io a strutturare l’accomandita della famiglia Agnelli, nel 1987».

La storia dell’avvocato Grande Stevens è legata a doppio filo a quella di Fiat e della dinastia Agnelli. La sua vicinanza all’avvocato e storico capo azienda del Lingotto, Gianni Agnelli, gli è valsa il soprannome con cui tanti lo conoscono. Ma si tratta comunque di un capitolo che comincia nella seconda stagione della sua vicenda professionale. La prima, invece, è legata a Napoli. La città dove ha studiato e si è laureato, mentre lavorava nel pastificio di suo nonno («mio padre è morto quand’ero un ragazzo e io dovevo prendermi cura di mia madre»). La città dove, dopo aver discusso la tesi in diritto commerciale con il professor Alessandro Graziani, ha mosso i primi passi d’avvocato nello studio di Francesco Barra Caracciolo.

A occuparsi di diritto commerciale, all’epoca, erano davvero in pochi. L’avvocatura era una professione legata anzitutto all’attività giudiziale e se, ancora oggi, è vero che la stragrande maggioranza delle toghe italiane concepisce il proprio ruolo e la propria funzione soltanto nel processo, è facile immaginare quale potesse essere lo scenario allora.

Grande Stevens si trasferisce a Torino nel 1953. Ma tutto nasce per caso, da un mancato incontro…

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