Hogan Lovells per TripAdvisor vince al Tar contro Federalberghi

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da TripAdvisor, il portale web che pubblica le recensioni degli utenti su hotel, ristoranti e attrazioni turistiche, annullando il provvedimento con il quale nel dicembre 2014 l’Agcm aveva comminato una sanzione di € 500.000 per una pretesa pratica commerciale scorretta consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni pubblicate sul sito. TripAdvisor è stata difesa da un team dello studio Hogan Lovells composto da Marco Berliri (nella foto), Francesca Angeloni, Gaia Gelera e Sacha D’Ecclesiis.

Il Tar ha affermato a chiare lettere che TripAdvisor non ha posto in essere alcuna pratica commerciale scorretta ma che, al contrario, il consumatore “viene posto in realtà in condizione di avere un quadro informativo chiaro, completo, esaustivo e veritiero in relazione alla conformazione dello specifico servizio offerto sul sito”. Inoltre, il Tar ha riconosciuto l’efficacia delle misure antifrode poste in essere da TripAdvisor sia in fase di registrazione dell’account che di recensione, grazie ad un “approfondito sistema di controllo concentrato sulle sofisticazioni organizzate a scopo economico”. Aderendo alla tesi di TripAdvisor, il Tar, con un’analisi attenta dei siti di user generated content, (“siti aperti” secondo il Tar) afferma da un lato che la presenza di eventuali recensioni fittizie di strutture chiuse  o inesistenti create ad arte per uno scoop giornalistico in realtà non abbiano alcuna incidenza sulle scelte del consumatore (che comunque non potrebbe utilizzare strutture non funzionanti) e dall’altro lato come “la corretta modalità di utilizzo delle informazioni deve essere collegata alla quantità e alla media “ponderale” delle stesse al fine di verificarne l’efficacia e non alla semplice lettura di una sola”.

Infine, il Tar ha sottolineato come TripAdvisor, considerato che lo specifico servizio offerto non consente uno specifico controllo sui fatti oggetto della recensione, rispetti pienamente la normativa applicabile ed in particolare quella a protezione del consumatore che “sin dal primo contatto … viene posto in realtà in condizione di avere un quadro informativo chiaro, completo, esaustivo e veritiero in relazione alla conformazione dello specifico servizio offerto sul sito”. Non a caso, sottolineano i giudici amministrativi, il fascicolo di indagine dell’Agcm non conteneva segnalazioni e lamentele di singoli consumatori ma solo di strutture turistiche. “Non si comprende”, conclude il Tar, “quale nocumento per il consumatore abbia rilevato l’Autorità nelle sua valutazioni conclusive”.

Secondo gli avvocati dello studio Hogan Lovells che hanno assistito TripAdvisor “si tratta di una decisione molto chiara e lungimirante, che finalmente fa chiarezza sul tema delle recensioni online, e soprattutto aiuta a capire come i consumatori non possano che trarre benefici dai servizi offerti da piattaforme di contenuti creati dagli utenti. È un passo avanti nella giusta direzione, anche a scapito di chi ha cercato di strumentalizzare la vicenda montando ad arte scoop giornalistici che non hanno alcun impatto sulle scelte dei consumatori. TripAdvisor ha democratizzato l’industria del turismo e questa sentenza ne è la conferma”.

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