Lablaw vince per Fastweb in Cassazione
Con due distinte sentenze in data 25/5 e 30/5/2017 la Suprema Corte ha invalidato le sentenze della Corte d’Appello di Roma, che dichiaravano l’illegittimità del licenziamento di due dipendenti sorpresi a svolgere – durante l’orario di lavoro e utilizzando l’auto aziendale – attività lavorativa presso una società (di cui erano soci e amministratori) che gestiva un esercizio commerciale per la vendita di biancheria intima.
In particolare, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte territoriale aveva errato nel ritenere che la condotta non fosse di gravità tale da giustificare il licenziamento in quanto la condotta contestata sarebbe stata limitata a pochi episodi e avrebbe dovuto essere rapportata all’orario flessibile e alle mansioni direttive dei lavoratori.
La Corte di cassazione, accogliendo il ricorso proposto da Fastweb, con l’assistenza di Lablaw e nello specifico dal founding partner Francesco Rotondi (nella foto), e dal partner Angelo Quarto, ha ritenuto che lo svolgimento di un’attività extra lavorativa durante l’orario di lavoro, seppure in un settore non interferente con quello curato dal datore, può ledere gli interessi di quest’ultimo. Secondo la Corte, le energie lavorative del prestatore vengono distolte e finisce per essere non giustificata la corresponsione della retribuzione che, in relazione alla parte commisurata all’attività non resa, costituisce per il datore un danno economico e per il lavoratore un profitto ingiusto.
La corte ha concluso che in questo caso si è in presenza di un inadempimento agli obblighi di fedeltà del lavoratore di gravità tale da giustificare il licenziamento.