M&A, UN’OPERAZIONE AL MESE… SOLO PER 10 STUDI

Pur essendo tra le attività che continuano a impegnare maggiormente i professionisti dei grandi studi legali d’affari attivi in Italia, il bilancio 2013 del corporate M&A presenta un doppio segno meno. Secondo l’elaborazione fatta da legalcommunity.it sulla base dei dati MergerMarket relativi al periodo, infatti, il numero delle operazioni segnalate, rispetto all’anno precedente, risulta in calo del 3,35%. E a questo si aggiunge la contrazione segnata sul fronte del valore medio delle operazioni seguite dai primi 10 studi attivi nel settore che risulta ridotto del 27,5%.

VALORE DEI DEAL, INDICATORE MENO SIGNIFICATIVO. Il crollo di quasi un terzo del valore medio dei deal la dice lunga sulla entità delle operazioni che il mercato italiano è in grado di produrre. Sono state davvero poche le operazioni domestiche che hanno superato i 500 milioni di euro di valore. Mentre quasi tutti i deal miliardari del 2013 hanno avuto carattere cross border (come raccontato nel numero 2 di Mag by legalcommunity.it del 28 settembre 2013). Poche le eccezioni che, come vuole il detto, alla fine non fanno che confermare la regola: lo spin off di World Duty Free da Autogrill, la fusione tra Atlantia e Gemina, la vendita di Ansaldo Energia e l’opa di Salini su Impregilo. Poca roba, su un totale di oltre 600 operazioni. Tuttavia, in quest’ultimo esercizio, il valore dei deal ha perso peso come indicatore. Data la costante pressione sulle fee da parte dei clienti, infatti, non è detto che un’acquisizione da un miliardo di euro abbia prodotto una parcella significativamente più sostanziosa di un’analoga operazione da 100 milioni. Ecco perché, per la riflessione sul mercato 2013, abbiamo deciso di tenere conto soprattutto della quantità di operazioni segnalate che, inoltre, consente di costruire un quadro più esaustivo dei protagonisti del settore, ossia degli studi che hanno avuto un flusso di lavoro costante sul fronte Corporate M&A.

SOLO 10 STUDI SU 160 CON IN MEDIA UN’OPERAZIONE AL MESE. Guardando il settore da questa angolazione, il primo dato che emerge è che solo 10 studi legali sui 160 monitorati da MergerMarket sono risultati attivi su almeno un’operazione al mese. Mentre sono solo in 14 ad avere seguito almeno 10 dossier nel corso dell’anno. Lo studio più attivo è stato Chiomenti con 36 operazioni segnalate per un valore complessivo di 10,9 miliardi di euro e un valore medio per deal di poco superiore ai 302,8 milioni di euro. Nell’elenco delle operazioni in cui ha agito lo studio guidato da Carlo Croff, infatti, si va dalla vendita dell’80% di Loro Piana ai francesi di Lvmh (assistiti da Bonelli Erede Pappalardo) del valore di 2,2 miliardi, alla vendita della Tenuta MonteRosola per 4 milioni a Exoro Capital (affiancata da Cocuzza & Associati). A distanza, con 23 operazioni segnalate, troviamo Gianni Origoni Grippo Cappelli (Gop). In questo caso, il valore complessivo dei deal è stato di 7,05 miliardi, per un valore medio che anche si aggira intorno ai 306,5 milioni. Mentre, il valore medio delle 21 operazioni seguite da Nctm si attesta sui 38,6 milioni per un totale di circa 811 milioni di euro. Chiomenti, Gop e Nctm sono gli unici tre studi che hanno seguito più di 20 operazioni nel corso del 2013.

IL VALORE MEDIO DEI DEAL DI BEP SI ATTESTA A 603 MILIONI. Persino Bonelli Erede Pappalardo, secondo le rilevazioni di MergerMarket, non ha superato le 20 operazioni nel corso del 2013, ma si è fermato a 18. Tuttavia, il valore medio di questi deal risulta quasi doppio rispetto a quello dei primi due studi citati e si attesta a 633 milioni circa per un totale di 11,4 miliardi. Mentre, pur avendo seguito altrettante operazioni, il valore medio dei deal su cui ha agito d’Urso Gatti e Bianchi è stato di 280,6 milioni di euro pari a un totale di 5,05 miliardi. Tenendo conto della quantità di operazioni seguite nel corso dell’anno, si nota come nelle prime cinque posizioni della classifica non sia presente alcuno studio internazionale. La prima insegna straniera a fare capolino in questo elenco è Clifford Chance che ha portato a casa 17 operazioni con un valore medio di quasi 218 milioni, pari complessivamente a 3,7 miliardi. Seguono a ruota Freshfields, con 15 operazioni per complessivi 5,9 miliardi (393,3 milioni di valore medio) e Latham & Watkins con 14 deal per 3,7 miliardi totali (264,3 milioni di valore medio).

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