BOOM DI ARBITRATI A MILANO: +21% NEL 2012
Con la crisi si litiga di più, a livello internazionale una impresa su tre ha avuto una crescita di scontri dal 2008 e per quest’anno una su quattro si aspetta un aumento delle controversie. Il 45% ritiene che le liti non cresceranno e il 31% non sa. Il trend si conferma anche per le imprese milanesi, dai dati della Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, c’è un boom degli arbitrati nel 2013, a quota 167, +21% in un anno. Uno su cinque riguarda un conflitto internazionale, al primo posto liti con imprese tedesche e inglesi. In crescita i Paesi del nord Africa.
Il valore degli arbitrati nel 2013 è stato di 600 milioni, 167 i casi affrontati rispetto ai 138 dell’anno precedente, picco rispetto ai 118 del 2008.
«In questo periodo di crisi internazionale – ha dichiarato Stefano Azzali (nella foto), segretario generale della Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano – l’arbitrato rappresenta uno strumento sempre più scelto dalle imprese, per il vantaggio di tempi e costi di risoluzione della controversia, per la flessibilità e il possibile utilizzo anche per le società che operano sui mercati esteri. Per questo è importante ancora di più oggi diffondere la cultura arbitrale con l’utilizzo dell’apposita clausola già nella fase in cui si stipula il contratto, una tutela per eventuali controversie che potrebbero sopraggiungere».
Di arbitrato si è parlato al convegno internazionale “L’arbitro internazionale e l’urgenza” organizzato da Francarbi, associazione internazionale d’arbitrato, in collaborazione con la Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano. Tra i Paesi rappresentati: Belgio, Francia, Austria, Grecia, Germania, Algeria, Spagna e Marocco. Indagine internazionale: l’arbitrato è scelto per neutralità (28%), competenze dell’arbitro (19%), riservatezza (21%), esecutorietà (20%) e flessibilità nella procedura (13%).
Secondo i dati di un’indagine PwC e Queen Mary University of London -School of International Arbitration, influisce sulla scelta di un co-arbitro la comprensione commerciale del settore (65%), delle leggi (62%) e la lingua (48%).
Secondo i dati della Camera arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano nel 2013, con 167 nuovi casi, il 21% in più rispetto al 2012, si registra il numero di procedimenti più alto degli ultimi anni. Oltre 600 milioni il valore economico degli arbitrati gestiti nel 2013. Nel 71% dei casi (119) il valore della lite è inferiore a 1 milione di euro, per una durata media di 12,2 mesi (calcolati dal deposito della domanda). Di questi 119 casi oltre la metà è inferiore a 250mila euro (67 casi, pari al 56% di quelli inferiori a 1 milione, il 40% del totale delle liti): lo strumento è quindi accessibile anche alle PMI per controversie a valore medio e basso.
Arbitrato internazionale: un caso su cinque, 20% del totale. Nel caso di procedimenti internazionali le parti provengono soprattutto dall’Unione Europea, nel 2013 vi sono state parti in arbitrato provenienti soprattutto da Germania e Gran Bretagna, ma anche da Estonia, Francia, Lussemburgo, Olanda e Spagna. Crescono significativamente i procedimenti che vedono coinvolte nord Africa e parti extra UE: in particolare Arabia Saudita, Israele, Monaco, Togo e, per la maggior parte dei casi, Stati Uniti. Materia societaria e appalti ai primi posti. Ma quali sono le materie oggetto della controversia? La più trattata è quella societaria (24%), seguita dagli appalti (22%), fornitura (11%) poi al 6% industriale, immobiliare, collaborazione e consulenza, affitto/vendita/cessione ramo di azienda. Nel 2013 il tribunale arbitrale era composto nel 62% dei casi da un collegio arbitrale (67% nel 2012) e per il restante 38% da un arbitro unico (33% nel 2012).