BRAND LEGALI, I MAGNIFICI 10 VALGONO 230 MILIONI
Una leva strategica fondamentale. Ma che ancora in pochi riescono a sfruttare al meglio. Un asset in grado di influire sul price-premium delle tariffe fino al 20%. Ma che in Italia non riesce ancora a essere determinante per la scelta dell’associazione professionale. In ogni caso, i marchi degli studi legali sono già una componente rilevante del patrimonio di queste organizzazioni. I brand delle prime 10 insegne nazionali per fatturato, infatti, valgono complessivamente 230,3 milioni di euro. È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Imc Research in collaborazione con Mag by legalcommunity.it. Imc Research è la società di ricerca e competitive intelligence del network Imc International specializzato nella valutazione, valorizzazione e finanza degli asset immateriali e proprietà intellettuale.
PRICE PREMIUM DEL 20% SULLE PARCELLE
Il brand è il veicolo della «proposta di valore» per i clienti finali e, come emerge da numerosi studi effettuati all’estero, influenza il price-premium sulle tariffe e i risultati economici complessivi. Quanto all’impatto sulle parcelle, un brand forte è in grado di consentire allo studio di prezzare i propri servizi a un livello superiore del 10-20% più alto della media di mercato.
LA CLASSIFICA FINANZIARIA
Andando più nel dettaglio, dalla ricerca emerge una stima del valore finanziario dei marchi dei primi dieci studi legali attivi in Italia. Osservando il risultato finale, ci si trova dinanzi a una classifica che rispecchia, in proporzione, la stima sul giro d’affari di queste strutture. Mediamente, il rapporto tra valore del brand e fatturato si attesta attorno al 30%. In particolare, si va dal 35,2% di Bonelli Erede Pappalardo al 29,6% di Cba. Lo studio fondato da Sergio Erede, Franco Bonelli ed Aurelio Pappalardo è quello che vanta il marchio con la valutazione economica più elevata e pari a 47,5 milioni di euro.