MPS, A SANTA MARIA LA VALUTAZIONE DI UN’AZIONE CONTRO LA FONDAZIONE

Prosegue il tira e molla sull'aumento di capitale di Mps, la ricapitalizzazione da 3 miliardi che sarebbe dovuta essere avviata entro gennaio 2014 e che l'assemblea di dicembre dell'istituto ha deciso di rinviare a maggio, a cui sta lavorando lo studio Linklaters con un team legale guidato da Claudia Parzani. Lo scorso 28 dicembre, l'82% dell'assise senese appoggiò la linea attendista del socio di maggioranza relativa (33,5% allora), la Fondazione di Palazzo Sansedoni presieduta da Antonella Mansi.

Per valutare eventuali effetti dannosi della decisione assembleare promossa dalla fondazione, il consiglio d'amministrazione ha deciso di affidare un mandato al professor Alberto Santa Maria (nella foto) socio fondatore dell'omonimo studio legale milanese. La banca, «a seguito di una specifica richiesta da parte di Consob» mirata a verificare eventuali effetti dannosi conseguenti alla delibera assembleare, nelle scorse settimane ha «investito della questione il Comitato parti correlate. Tale organo nella sua autonomia ha avviato gli approfondimenti, richiedendo come nella migliore prassi un parere legale esterno».
Tra gli eventuali danni subiti ci sarebbero i 120 milioni di interessi sui Monti-bond che la banca dovrà pagare per il periodo gennaio giugno.
Inoltre, il board potrebbe prendere in considerazione la fattibilità di un'azione contro il suo azionista di maggioranza.

Sulla questione, in verità, l'istituto aveva già richiesto e ottenuto un parere del notaio Piergaetano Marchetti. Il giurista, nella sua relazione si era detto propenso a ritenere la Fondazione «in conflitto d'interessi» al momento del voto in assemblea. In quell'occasione, Mansi aveva risposto che il «conflitto era di doveri, più che d'interessi», sottolineando che la Fondazione aveva l'obbligo di tutelare il proprio patrimonio.

SHARE