La compliance spinge l’antitrust

Cresce la domanda di antitrust negli studi legali attivi in Italia. La practice è oggetto di numerosi investimenti (sei lateral hire di soci nei primi quattro mesi del 2016) e crescente interesse da parte delle boutique come delle realtà multidisciplinari. Sullo sfondo, tra le altre cose, le bacchettate dell’Antitrust che, di recente, nell’ambito della vicenda dei diritti televisivi della Serie A ha sanzionato per oltre 60 milioni di euro Mediaset, Sky, Lega Calcio e Infront, ritenute attrici di un accordo restrittivo della concorrenza sui diritti di trasmissione.

Ma a spingere gli studi legali a investire su un settore così specifico sono anche ragioni legate al momento storico e, soprattutto, agli effetti della crisi economica che hanno dimostrato la tenuta di alcune practice e il declino di altre. MAG ne ha parlato con un esperto del settore, l’avvocato Enrico Adriano Raffaelli, socio fondatore dello studio legale Rucellai&Raffaelli e presidente della commissione diritto della concorrenza dell’Unione avvocati europei (Uae) che il 19 e 20 maggio prossimi parteciperà alla XII edizione del convegno “Antitrust fra diritto nazionale e diritto dell’Unione europea”, uno dei più significativi momenti di incontro e discussione tra i maggiori rappresentanti del settore antitrust a livello nazionale e internazionale.

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