CHIOMENTI, BEP, GOP: CACCIA AL MANAGING PARTNER

AAA cercasi managing partner. L’annuncio non è comparso negli spazi per le inserzioni di lavoro di qualche giornale. Ma, secondo quanto appreso da Mag by Legalcommunity, il dossier è quello che i principali head hunter attivi sul mercato italiano inseguono e sognano di chiudere con successo nel 2014.
Perché? Le ragioni sono due. Primo, in Italia, mai nessuno studio ha selezionato dall’esterno il proprio managing partner. Secondo, il committente di questa ricerca non è un’anonima associazione professionale, bensì una delle prime tre insegne del mercato: Bonelli Erede Pappalardo, Chiomenti o Gianni Origoni Grippo Cappelli.
RENDERE SOSTENIBILE LA CRESCITA DEL PASSATO. Tuttavia, al momento, le bocche sono sigillate in merito all’identità della law firm (tra le tre citate) che nello specifico ha dato mandato per questa ricerca.
La notizia, comunque, non perde la sua rilevanza visto che evidenzia un dato di fatto estremamente rilevante: le big law firm italiane hanno bisogno di una guida strategica e hanno la consapevolezza che questo ruolo debba essere svolto da un vero avvocato-manager. Vale a dire, un professionista che s’inserisca nella compagine associativa non solo per apportare il suo business case (ossia il suo patrimonio di clienti e affari) ma per prendere in mano le redini di una struttura complessa, che conta centinaia di professionisti, che è stata costruita in anni di crescita economica galoppante e che oggi affronta il tema di rivedere la propria conformazione e struttura di costi al fine di riportare la propria marginalità a livelli che rendano l’intera organizzazione sostenibile.

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