AVVOCATI IN SCIOPERO, 11MILA SFILANO A ROMA

Circa 11mila avvocati hanno sfilato per il centro di Roma nell'ultima giornata dello sciopero nazionale indetto dall'OUA, organismo unitario dell'avvocatura, braccio politico della professione. Il corteo è stato un tripudio di bandiere tricolore, striscioni e fischietti. La manifestazione è stata indetta per protestare contro il «deterioramento del sistema giudiziario» del Paese. Il presidente dell'OUA, Nicola Marino, ha denunciato: «la giustizia continua a essere umiliata. L'avvocatura è allo stremo. Non è più sopportabile la decretazione d'urgenza, non è più sopportabile avere sentenze emesse dopo anni. I magistrati dislocati presso i ministeri torinino a fare il loro lavoro. La riduzione del numero dei tribunali ha inciso in maniera enorme sul caos». Sull'imminente governo guidato da Matteo Renzi, poi, marino ha detto: «Vogliamo essere ottimisti. Ci ascolti e consideri l'avvocatura una parte che dev'essere interpellata prima dell'emanazione dei provvedimenti». Altrimenti, promette Marino, «andremo avanti con nuove manifestazioni e un'astensione prevista per metà marzo». Del resto ci sono già alcuni consigli degli ordini che hanno intrapreso la strada dello sciopero a oltranza. Hanno cominciato Cagliari e buona parte degli Ordini sardi. E nei giorni scorsi si è aggiunto Lecce. La lista su potrebbe presto ingrossare, ma Marino cerca di tenere calmi gli animi. «Lo sciopero a oltranza non è previsto dalle norme di autoregolamentazione». La presidente di Aiga, Nicoletta Giorgi, ha detto: «Quando si assiste all'assunzione di scelte che vengono qualificate come operazioni volte al miglioramento dell'efficienza del sistema giustizia ed invece sono completamente avulse dalle reali necessità e creano ulteriori ostacoli al cittadino si deve reagire. Il ministro della Giustizia nonostante le numerose riforme promulgate ha dovuto prendere atto che il contenzioso pendente e l'arretrato non è diminuito. Quella dell'avvocatura è una protesta per il cittadino, perché non subisca l'ennesima vessazione in nome di un principio di efficienza che elida il diritto di difesa».

SHARE