SUTTI SFILA IN DUOMO CON UEL CAMILO
Federico Sutti (in foto) ha portato fortuna allo stilista Uel Camilo. Sutti, ormai managing director Emea dello studio Dla Piper come annunciato in anteprima esclusiva da legalcommunity.it, alla guida dello studio dal lontano 1993 in Italia, detiene il 20% della Uel Camilo srl, detenuta per il restante 30% dallo stesso stilista e per il 50% dalla fiduciaria Eurofinleading. Uel Camilo, 28enne brasiliano alto e sottile, ha lasciato casa e famiglia cinque anni fa alla volta di Milano. È arrivato in Italia per imparare a fare moda, e ha incontrato la persona giusta, l'avvocato Sutti. È stato lui a piazzare il designer sulla pedana milanese, prima con il lancio della capsule collection invernale, poi con la linea p/e 2014, presentata oggi nello showroom da poco aperto a due passi dal Duomo. Sutti, che tra i suoi clienti vanta stilisti del calibro di Valentino, ha ''studiato le regole della moda'', ha spiegato, si è reso conto che ''c'era molta immagine e poca sostanza'' e ha voluto provare a tornare ''all'origine del fashion''. L'occasione è stato l'incontro con Uel, tramite Isola della moda, il progetto di Guya Manzoni che promuove marchi indipendenti. Prima di approdare qui, Uel ha fatto un lungo viaggio. Lasciati gli studi di medicina ''per seguire le orme della nonna e della bisnonna, entrambe sarte'', racconta lui, inizia a lavorare in un atelier di abiti da sposa. Poi le copertine patinate (il ''vero imperatore'' per lui è Valentino) lo portano nella capitale italiana delle passerelle. Qui fa tanti lavoretti, dall'imbianchino al fiorista, poi con i risparmi si compra una Singer e diventa il sarto del palazzo: ''Cucivo gli orli e rifacevo i colletti delle camicie'' ricorda lo stilista. Oggi, dopo cinque anni passati a Milano, i suoi abiti da sera e da cocktail sono in oltre dieci monomarca nel mondo, compreso N30 di via della Spiga, capi demi-couture che la prossima estate saranno color cipria, bianco e nero, costruiti su raso, pizzi e georgette di seta, uno stile che tradisce la sua esperienza con i vestiti nuziali. Del Brasile non rimane nulla: tutti i tessuti arrivano dal comasco, e l'intera linea è prodotta in Italia.