MA QUALI AVVOCATI, CONVIENE FARE I RAGIONIERI

L’Adepp (associazione degli enti di previdenza delle professioni ordinistiche) presenta a Roma il Terzo Rapporto sulla previdenza privata italiana. Sotto la lente il periodo tra il 2007 e il 2012. Ma nessuna notizia. Lo studio, infatti, ratifica un dato assunto ormai da parecchio tempo da tutti gli osservatori del mercato dei servizi legali: la professione si impoverisce. Inesorabilmente. Stando ai dati diffusi, nel caso degli avvocati, gli introiti persi nel corso degli ultimi cinque anni ammontano al 17%. L’imponibile medio previdenziale è passato da 57.215 euro del 2007 a 47.402 euro del 2012. Nel caso delle avvocate, poi, il dato è ancora più drammatico. Anche se la riduzione del reddito professionale è stata inferiore (-8%) rispetto alla media della corporazione, va sottolineato che in media un’avvocata, nel 2012, ha dichiarato un imponibile di 28.915 euro a fronte di 31.445 del 2007. La professione forense, stando al quadro tratteggiato dall’Adepp, è quella messa peggio tra tutte le professioni legali. I notai, infatti, hanno un imponibile medio 2012 di 107.400 euro (ma sono quelli che hanno patito il calo più drastico con -45%). Seguono i commercialisti con 63.140 euro (-8,8%) e i ragionieri con 52.358 euro (-3,1%). A ben guardare, i ragionieri sembrano essere davvero i soli che non hanno particolari motivi per lamentarsi dell'andamento del loro business. Inoltre, quella ragionieristica sembra essere l'unica attività favorevole ai più giovani. Nella giungla di segni meno che popola il rapporto dell'Adepp, infatti, uno dei pochi segni positivi è quello che riguarda l'imponibile medio dei ragionieri under 40 che è passato da 35.260 euro del 2007 a 36.418 del 2012 (+3,3%).

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