Pavia e Ansaldo riunisce il mondo del fashion per discutere di innovation technology
L’impatto dell’evoluzione della tecnologia sull’industria della moda è stato al centro dell’evento “I, Fashion: technological innovations and the luxury & fashion industry” organizzato il 10 aprile a Milano da Pavia e Ansaldo assieme alla Franklin University Switzerland.
L’incontro, introdotto da Mario Di Giulio, partner dello studio, ha visto la partecipazione di Maria Luisa Trussardi, presidente di Trussardi, che ha affrontato il tema della crescita del brand nel contesto della rivoluzione digitale e di Peter Gladel, ceo di Beauty and Luxury, che ha discusso della rivoluzione digitale con particolare riferimento all’industria cosmetica.
Lorenzo Maria Di Vecchio, compliance officer & senior legal manager di Fendi, si è soffermato su come la tecnologia influenzi l’industria del fashion dalla prospettiva della compliance. Infine Massimiliano Patrini, counsel dello studio, ha affrontato il tema dell’impatto dell’industria 4.0 sia sui diritti ip che sullo sviluppo di business model innovativi in un contesto in cui è necessario individuare una strategia per far fruttare, nel miglior modo possibile, il connubio tra tecnologia e valori umani.
L’incontro è stato inoltre moderato da Mario Abate, of counsel di Pavia e Ansaldo, da Satomi Sugiyama, professore associato presso la Franklin University Switzerland e da Nello Barile, professore associato dell’Università IULM.
Abate ha rimarcato come se una volta la preoccupazione principale di un marchio di moda fosse identificare strategicamente dove aprire il proprio flagship store, inteso come principale veicolo di pubbliche relazioni e marketing, oggi le pubbliche relazioni e le vendite sono condotte sempre più online.
Nello Barile, professore associato dell’Università IULM, ha sottolineato come le chatbot tenderanno sempre più a sostituirsi alla relazione tra il brand e il consumatore. I chatbot consentono infatti di automatizzare la relazione con un cliente sempre più profilato, contribuendo a spostare il focus nel mondo della moda dallo stile del designer all’utente consumatore. Nella moda l’intelligenza artificiale può rappresentare una tecnologia disruptive non solo nei processi di comunicazione, ma anche in quelli creativi, come nel caso di alcune applicazioni di IBM Watson e Google che puntano a sostituire il ruolo del designer proponendo modelli studiati sulle caratteristiche dei consumatori trasformate in flussi di dati.