Legance cresce. Ma lo studio non guarda solo al presente

di nicola di molfetta

Alcuni anni fa, quando gli effetti della grande crisi finanziaria che portò al crollo di Lehman Brothers cominciarono a farsi sentire anche in Italia, l’avvocatura d’affari decise che il totem delle dimensioni di uno studio legale era stato decisamente sopravvalutato. 

Per un lungo periodo, infatti, la corsa ad acquisire più avvocati e di conseguenza (almeno in teoria) più fatturato aveva spinto molte organizzazioni a rincorrere traguardi la cui portata sarebbe presto stata falcidiata dagli effetti dello tsunami subprime. 

Cominciò così un’altra stagione. Fatta di squadre corte. Efficienza. Attenzione al valore delle individualità e alla compatibilità dei profili. Un’epoca dominata più dalla concentrazione sulla tenuta della squadra che dalla ricerca della crescita fine a se stessa.

Oggi, la sensazione è che lo scenario stia cambiando ancora. Gli studi che hanno mercato e capacità non sembrano più soffrire di vertigini dimensionali. Diventare grandi si può. Ma seguendo regole ben precise.

Filippo Troisi (nella foto) entra nella saletta riunioni al pian terreno di Palazzo Legance, a Milano, senza giacca e con lo zaino ancora sulle spalle. «Sono reduce da un colpo della strega!». Il senior partner è appena rientrato da una riunione. L’ennesima. «Sono giorni così, per fortuna. Si lavora tanto, si dorme poco, si torna anche a girare. E qualche giorno fa mi si è anche bloccata la schiena. Ma per fortuna, ora è tutto a posto». 

L’avvocato sorride. E mentre prende il caffè dice di essere davvero «contento. Abbiamo appena annunciato dieci promozioni. Cinque soci e cinque counsel. Quattro donne e sei uomini. Se poi contiamo anche l’arrivo di Alberta Figari a inizio anno, il numero di professioniste tra soci e counsel entrate nella squadra da inizio anno sale a cinque. Le donne di Legance sono un motivo grande orgoglio per tutti noi. Leggere che in questi giorni Monica Colombera, Cristina Martorana, Claudia Gregori, Monica Riva si sono distinte ai Legalcommunity Awards ci ha riempito di gioia. È una cosa importante, perché anche in questo ci deve essere un cambiamento positivo. Un cambiamento che nasce dal merito».

Legance è ormai alla soglia dei 300 professionisti. Con un fatturato che, nell’anno del Covid, ha definitivamente superato il tetto dei 100 milioni di euro. Una crescita che, a Milano, ha portato lo studio ad ampliare i propri spazi. Alla sede di Palazzo Legance lo studio affiancherà una nuova location, sempre in via Broletto, prendendo il palazzo che finora ha ospitato Linklaters. 

«Abbiamo iniziato la nostra avventura in 81 dicendoci di voler essere un grande studio ma non uno studio grande – racconta Troisi -. Per noi arrivare a 200 avvocati era il tetto massimo raggiungibile. E comunque ci sembrava un traguardo lontanissimo nel tempo». Di fatto le cose hanno preso una piega diversa. Ma la questione, a detta di Troisi è facilmente spiegabile: «Io dico che noi siamo quello che i clienti ci fanno essere. Oggi siamo 298 avvocati. Tra cui 50 soci. La realtà dei fatti però è stata che fare bene il nostro lavoro e ottenere continui riconoscimenti dai nostri clienti hanno favorito lo sviluppo che stiamo raccontando. Ricordiamoci che i numeri di fatturato sono la derivata del fatto che i clienti e i mandati continuano ad aumentare. E se uno studio vuole mantenere un certo standard di qualità del servizio deve investire sulle risorse e inserire in squadra persone adatte a lavorare in un certo contesto. Questo è un compito difficile ma necessario perché altrimenti non si resta all’altezza della situazione».

Insomma, grandi si diventa. Si tratta di un «circolo virtuoso fatto di avvocati, clienti, mandati e ancora avvocati».

Solo sul fronte m&a, dall’inizio dell’anno, Legance ha lavorato a circa 30 operazioni. Il deal più importante è senza dubbio l’acquisizione da 9,3 miliardi di euro dell’88,06% di Aspi da parte della cordata guidata da Cdp e per cui lo studio ha assistito il fondo americano Blackstone. «Magari un giorno scriverò un libro su questa operazione», sorride Troisi. 

Ma l’elenco conta anche…

PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE