Riapre il casinò di Campione. DLA Piper, di Tolle Pilia e Ghislanzoni gli studi legali

Il Tribunale di Como ha dato il via libera alla riapertura del Casinò di Campione, ormai chiuso da quasi tre anni. Il Tribunale lariano ha infatti ammesso, con una recente decisione, la domanda ed il piano di concordato in continuità del Casinò depositati il 19 aprile.

I giudici Ambrogio Ceron, Marco Mancini e Annamaria Gigli hanno valutato positivamente il progetto di riapertura della casa da gioco predisposto dalla società Casinò di Campione e dal team di professionisti che l’ha affiancata. Quest’ultimo è stato guidato dall’amministratore unico della società Marco Ambrosini e formato dai professionisti di Vitale-Zane & Co. per la predisposizione del piano industriale e finanziario; da DLA Piper, di Tolle Pilia & associati e Ghislanzoni per la domanda di concordato e tutti gli aspetti legali e giuslavoristici; e, infine, dallo studio Zezza per gli aspetti contabili e fiscali.

In particolare, lo studio legale DLA Piper ha assistito Casinò di Campione con un team multidisciplinare coordinato dal partner Ugo Calò (nella foto a sinistra), head of Financial Services Sector, per gli aspetti di strutturazione dell’operazione, corporate e finanziaria, e dal partner Alberto Angeloni (nella foto a destra), coadiuvato dall’avvocato Raffaele Buono e da Andrea Garofalo e Filippo Morini, per gli aspetti di diritto concorsuale, civile e societario, e con il supporto dei dipartimenti Employment, con il partner Giampiero Falasca, Tax, con il partner Giovanni Iaselli e Carlotta Benigni, e Corporate, con il partner Niccolò Abriani, per le analisi sottostanti alla redazione della proposta concordataria.

La chiusura del Casinò risale al 27 luglio 2018 quando la società, ad un passo dal perfezionare con i creditori un accordo di ristrutturazione dei debiti, è stata dichiarata fallita per la mancata adesione da parte del commissario straordinario del Comune di Campione, nominato a seguito del dissesto finanziario del Comune stesso. Nei mesi successivi i curatori nominati dal Tribunale hanno avviato la procedura di licenziamento collettivo interrompendo i rapporti di lavoro con tutti i 482 dipendenti del Casinò (oltre 270 dei quali hanno impugnato il licenziamento).

A marzo 2019, a seguito di reclamo da parte della stessa società, Comune e Banca Popolare di Sondrio (tra i principali creditori del Casinò), la Corte d’Appello di Milano aveva dichiarato la nullità del fallimento per un vizio procedurale. Ad aprile 2019 Banca Popolare di Sondrio ha però impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Milano, attraverso ricorso in Cassazione sostenendo la tesi della non fallibilità del Casinò in quanto società a partecipazione pubblica.

A dicembre 2020 la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Banca Popolare di Sondrio, e la società è quindi tornata in bonis e ha potuto presentare la domanda di concordato in continuità.

La presentazione del piano di concordato è stata resa possibile anche grazie alla fondamentale risposta e partecipazione degli ex dipendenti. Nei giorni immediatamente precedenti il deposito la società ha infatti organizzato a tempo di record la sottoscrizione di sei diverse tipologie di accordi differenziati per gli ex lavoratori (a seconda che fossero impugnanti o meno il licenziamento e che fossero disponibili o meno all’assunzione), ottenendo l’80% delle adesioni.  

La società prevede di riaprire la casa da gioco entro fine anno, attraverso la riassunzione iniziale di 174 dipendenti, i quali potranno aumentare negli anni successivi in base all’andamento dei volumi di attività.

Sotto il profilo del debito il piano prevede di rimborsare nell’arco di cinque anni al 100% i creditori privilegiati ed al 60% i creditori chirografari. A questi ultimi verrà inoltre attribuito un diritto (della durata di dieci anni) a poter percepire eventuali ulteriori somme, compatibilmente con la cassa generata dalla società, fino ad un rimborso del 100%.

redazione@lcpublishinggroup.it

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