Studi legali, i volti della nuova leadership

Sono sempre di più. E contano sempre di più. La business law non è più una questione per soli uomini. Come rivelato nel numero 143 di MAG, ad oggi le donne presenti nei principali studi legali d’affari attivi in Italia sono oltre 4.300 vale a dire il 45% del totale dei professionisti ascrivibili alla categoria dei business lawyer.

Questo ci conferma una volta di più (se ce ne fosse ancora bisogno) che oggi la professione non può essere considerata un’attività prevalentemente al maschile e che il peso della componente femminile al suo interno ha assunto, in termini assoluti, una rilevanza evidente.

La grande distanza da colmare, come è noto, si misura quando si osserva la composizione delle partnership. Nei primi 50 studi d’affari del Paese, solo il 21% su 1.854 partner censiti è donna.

Eppure, va osservato, il 38% circa di queste professioniste occupa un ruolo manageriale all’interno di tali strutture. Più in particolare, possiamo dire che il 74% delle insegne nella Best 50 ha almeno un’avvocata in posizione di responsabilità. E questo è sicuramente un dato rilevante perché descrive come il concetto di leadership negli studi legali organizzati stia gradualmente evolvendo verso una dimensione meritocratica e indipendente dai cliché di genere.

Certo, c’è ancora molto da fare. Ma se si considera nella sua specificità, l’universo parallelo (rispetto al resto dell’avvocatura) della business law può essere visto come apripista del processo di abbattimento delle discriminazioni he colpiscono il settore in termini di diversity.

Qui parlano i dati di Cassa Nazionale Forense. Nonostante le donne siano il 48% del totale della popolazione forense italiana iscritta all’ente (117.460 su un totale di 244.952), esse scontano un divario reddituale rispetto ai colleghi maschi di proporzioni inaccettabili: -55%. L’età media delle iscritte è di 44,5 anni. E il loro reddito medio è pari a 24.478 euro l’anno. In questo caso non solo si può fare di più. Ma si deve.

Tornando alle rappresentanti della leadership femminile negli studi organizzati, quello che ci troviamo davanti, analizzando i dati raccolti da MAG su un campione di circa 60 insegne legali, è uno scenario abbastanza variegato.

In alcuni casi sono le fondatrici. In altri, le managing partner o le componenti di organi strategici. Guidano una sede locale. Ovvero coordinano team di lavoro o intere practice. Spesso ricoprono almeno due di questi ruoli. Ma in generale, dimostrano come il grado d’integrazione tra uomini e donne nella governance di una certa tipologia di strutture professionali stia diventando un fatto.

Dunque, quelli che citiamo o raccontiamo in questo ampio servizio, sono i profili che…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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