5G e “refarming” frequenze televisive: gli studi nella vittoria al Tar Lazio di Mediaset

Il TAR Lazio (con le sentenze nn. 1205, 1206 e 1207 del 28 gennaio 2021) ha respinto i ricorsi, con i relativi motivi aggiunti, presentati da Cairo Network e Persidera avverso, tra gli altri, lo schema di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), contenente la c.d. roadmap per il processo di liberalizzazione della banda di frequenza dei 700 MHz (c.d. refarming), nonché la delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) che ha approvato il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre (PNAF) e i relativi criteri di conversione dei diritti d’uso.

I giudizi rientrano nell’ambito del processo che sta interessando il settore della televisione digitale terrestre in tutti i Paesi dell’Unione europea conseguente alla decisione a livello comunitario di destinare agli operatori mobili ingenti risorse frequenziali, attualmente riservate agli operatori DTT, che le utilizzeranno per lo sviluppo della nuova tecnologia a banda larga, il c.d. “5G”. Si tratta di un percorso di cruciale importanza per lo sviluppo economico e tecnologico del Paese nel medio-lungo periodo.

A conclusione dei relativi giudizi, il Giudice Amministrativo di primo grado, condividendo le tesi di AGCom e del MiSE, nonché del gruppo Mediaset, ha affermato la piena legittimità degli atti impugnati e l’insussistenza di profili discriminatori a danno delle imprese ricorrenti.

Nei giudizi il gruppo Mediaset è stato rappresentato da Lipani Catricalà & Partners, con Antonio Catricalà e Carlo Edoardo Cazzato, nonché da Chiomenti, con Gian Michele Roberti, Marco Serpone, e da Giuseppe Rossi di Rossi Molino Daffara Mandis.

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